JOE VALACHI (1972). TRADIMENTI E PENTIMENTI DI COSA NOSTRA AMERICANA

Grazie ad una ricca coproduzione italo-francese, galvanizzata dal grande successo de Il padrino di Francis Ford Coppola (1972), esce nello stesso anno Joe Valachi – I segreti di Cosa Nostra per la regia di Terence Young, pellicola che racconta la parabola criminale del mafioso italo-americano Joe Valachi, il primo dei pentiti a parlare dell’organizzazione di Cosa nostra.

Sulla scorta del libro The Valachi Papers di Peter Maas – che sarà anche autore della biografia di Frank Serpico da cui Sidney Lumet trarrà l’omonimo poliziesco con Al Pacino nel 1973 – e senza quella spettacolarizzazione romanzata alla base dell’opera di Coppola, il regista ricostruisce la mafia italiana a New York, una cronistoria ben documentata del periodo di massima espansione, dal 1929 al 1963, con tutti i grandi nomi che hanno contribuito a farne una leggenda, dalla famiglia Genovese a Lucky Luciano a Joe Masseria, con le sue leggi e la descrizione dei rapporti tra i vari clan, i loro boss e la lotta per il potere.

Il taglio cronachistico dell’opera fa sì che la narrazione sia onesta e fedele ai documenti raccolti da Maas sul caso Valachi, mentre lo stile prescelto da Young è quello di un poliziesco ben congegnato che si snoda lungo dei flashback cronologicamente discontinui in cui si assiste a sparatorie, agguati, giuramenti, tradimenti ed efferati omicidi. Ma la pellicola punta molto anche sull’approfondimento psicologico dei personaggi, interpretati da un cast stellare per cui la produzione non ha certo badato a spese. Joe Valachi ha il volto di Charles Bronson, Lino Ventura è Vito Genovese, Amedeo Nazzari è Gaetano Reina, mentre Angelo Infanti interpreta Lucky Luciano e Walter Chiari ha il ruolo dello scagnozzo Gap.

In particolare, si riesce a rendere bene le contraddizioni interne di Joe Valachi, in fondo diverso dagli altri criminali e mai veramente pentito di quel tipo di vita. La scelta di collaborare con la giustizia, facendo le sue fatidiche rivelazioni dinanzi la Commissione McClellan nel 1963, derivò infatti dalla necessità di salvarsi la vita da una condanna a morte certa: Vito Genovese aveva fissato una taglia da 100 mila dollari sulla testa di Valachi dopo che questi fu arrestato per traffico di stupefacenti.

Colui che per primo ha rotto il muro di omertà parlando esplicitamente di Cosa nostra tenterà il suicidio in carcere, ma morirà più tardi per un attacco cardiaco il 3 Aprile 1971.

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