IL LOLITISMO NEL CINEMA ITALIANO

Negli anni Sessanta diversi registi italiani – soffermandosi su un tema intimamente connesso al rapporto che ciascuna donna deve necessariamente stabilire con la propria fisicità – hanno realizzato memorabili pellicole, incentrate sulla gestione della sessualità dal punto di vista femminile.

    Tra i tanti film in questione, mi piace ricordare Dolci inganni, scritto e diretto da Alberto Lattuada nel 1960.
Francesca (Catherine Spaak) è una diciassettenne romana, di famiglia benestante, che frequenta Enrico (Christian Marquand), un tenebroso architetto, separato e vent’anni più grande di lei. Questo rapporto coinvolge la protagonista che, progressivamente, comincia a disinteressarsi alle dinamiche delle sue coetanee, ai suoi occhi sempre più distanti ed infantili.

    Francesca decide, così, di marinare la scuola per poi trascorrere il pomeriggio con la frivola madre di una sua amica: finirà, all’ora del tè, a casa di una principessa romana, in piena crisi con il suo gigolò, sempre più esoso. Dopo aver fatto capolino nel mondo degli adulti, dal quale tuttavia resterà un po’ delusa, Francesca si concederà ad Enrico per poi accorgersi, con un sano distacco, che questi non è l’uomo per lei.

    Il film suscitò notevole scandalo, non solo per l’iniziativa sessuale della protagonista, ma sopratutto per l’assenza di ogni pentimento o turbamento nell’animo della stessa. Poetiche le sequenze in cui Francesca – durante una gita fuori porta con il fratello, novello guidatore – farà di tutto per perdersi nella campagna romana, quasi a volersi rifugiare in una dimensione familiare, prima di compiere il grande passo.

    Bravissima la Spaak che ha saputo cogliere i risvolti psicologici e sociologici del personaggio, divenendo così l’emblema di un certo “lolitismo” che, poi, riproporrà ne La noia (Damiani) e ne La Parmigiana (Pietrangeli).

    Ma, a parte l’atteggiamento assunto dalla bigotta censura dell’epoca, v’è da notare come il personaggio di Francesca sia stato davvero innovativo: infatti, al di là del tema legato al recupero della propria fisicità, emerge chiaramente la consapevolezza, da parte della protagonista, che la vera iniziazione, in fondo, non è di natura sessuale, bensì sentimentale. Smarcata la prima, Francesca potrà, più liberamente, gestire la seconda e sarà proprio questa presa di coscienza a segnare il suo ingresso nel mondo degli adulti.

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