I FIDANZATI (1963) DI ERMANNO OLMI. IL BOOM, IL SUD E IL NORD RACCONTATI SENZA STEREOTIPI

Ermanno Olmi firma con I fidanzati la sua terza regia cinematografica di un lungometraggio a soggetto, realizzando un’opera che conferma l’intensità espressiva e il rigore stilistico tipici di quest’autore, sin dagli esordi.

    Giovanni (Carlo Cabrini), operaio del Nord, accetta di buon grado un trasferimento in Sicilia che gli consentirà di migliorare la propria posizione. La decisione comporta l’allontanamento da Liliana (Anna Canzi), la fidanzata, che ha tentato invano di dissuaderlo. Ma Giovanni non sembra turbato dall’idea di staccarsi da un rapporto, di cui forse si è già stancato. Si troverà così ad affrontare i disagi e la precarietà conseguenti ad ogni sradicamento. L’estraneità dell’ambiente in cui si trova catapultato e la difficoltà ad inserirsi nel gruppo dei colleghi del Settentrione, come lui trapiantati in Sicilia, lo inducono a riconsiderare il rapporto con Liliana e a rinsaldarne l’affetto.

    Il film costituisce un documento insolito e prezioso che contiene elementi di indubbio interesse ai fini della nostra ricerca. Gli attori non professionisti, la zona industriale, Priolo e Siracusa costituiscono i set principali. Questi luoghi sono visti attraverso lo sguardo di un operaio del Nord, pronto a cogliere la distanza che lo separa da un ambiente che percepisce estraneo alla propria dimensione culturale.

    Siracusa, con l’insediamento industriale sorto allora da pochi anni lungo il tratto di costa che va da Priolo ad Augusta, ha intrapreso quella mutazione genetica che ne segnerà a fondo i tratti. Il film coglie acutamente questa trasformazione e la esplicita in alcune battute dei dialoghi tra gli operai settentrionali che lavorano nella zona industriale. Il film consente inoltre di vedere luoghi della città di Siracusa che oggi presentano un aspetto diverso: piazza della Vittoria, prima degli scavi archeologici, piazza Euripide, con la chiesa della Madonnina, prima della costruzione del Santuario. È visibile anche l’abitato di Marina di Melilli, di cui oggi rimane qualche rudere. Una sequenza è girata lungo la spiaggia di Fondaco Nuovo, sempre nel Siracusano.

    Uno degli esiti più convincenti nell’opera di Olmi, che su uno spunto esilissimo costruisce un’indagine psicologica di profonda e accurata esattezza, dipingendo anche un quadro d’ambiente acuto e pertinente.

FRANCESCO ORTISI

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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