GUY WILLIAMS: VOLTO DI ZORRO E LEGGENDA DISNEY DAL SANGUE SICILIANO

Venne al mondo il 14 gennaio 1924 a Fort George, New York, Guy Williams ma non è questo il nome con cui aprì gli occhi. Nacque infatti come Armando Joseph Catalano. Figlio di Attilio Catalano e Clara Arcara, immigrati da Messina negli Stati Uniti.

    Il nonno, un coltivatore di legname da costruzione, donò ad Attilio dei terreni nel New Jersey con la speranza che potesse vivere una vita migliore sul solco del Sogno Americano (alla maniera del bisacquinese Frank Capra per intenderci). E ci riuscì. Attilio si stabilì a New York dove divenne un agente assicurativo. In cuor suo sperava che Armando – poi Guy – seguisse le sue orme ma l’amore per l’arte prese il sopravvento.

    Dopo il diploma a New York si iscrisse alla Peekskill Military Academy dove ottenne voti eccellenti coltivando, peraltro, hobby dei più generici, dagli scacchi all’astronomia sino al football americano. Poco più che ventenne, nel 1947, venne scritturato per La morte è discesa a Hiroshima di Norman Taurog, film bellico corale che racconta la costruzione di Los Alamos e del lancio della prima bomba atomica. Tra i tanti volti c’è anche Williams come comprimario. Dice appena due battute e non è nemmeno accreditato. Gli diede comunque un assaggio di set. Di bell’aspetto e da sempre curato, l’anno successivo, nel 1948, durante un set fotografico incontrò la modella Janice Cooper che in seguito diventerà sua moglie e da cui ebbe due figli (Steve e Toni).

    Unitosi alla Neighborhood Playhouse con cui ebbe modo di lavorare per produzioni televisive come Studio One (1951), l’anno successivo firmò con la Universal-International di Los Angeles. È l’anno del primo ruolo in cui viene ufficialmente accreditato: L’avventuriero della Louisiana (1953) di Rudolph Maté. Poca roba comunque. Per quanto affascinato dalla vita sul set Williams si sentì comunque sfiduciato. Prese parte infatti a molte produzioni cinematografiche: da Ultimatum alla Terra (1951) di Robert Wise e Desiderio di donna (1953) di Douglas Sirk a Il traditore di Fort Alamo (1953) di Budd Boetticher a L’ultima frontiera (1955) di Anthony Mann. Tornò quindi a New York per continuare a lavorare come modello. Poi la svolta. Nel 1957 ottenne il ruolo di Don Diego de la Vega meglio noto come Zorro.

    Provinato da Walt Disney stesso, strappò uno stipendio da 2.500 dollari a settimana (che con l’inflazione e tutto, corrispondono a più di 23.000 dollari attuali) ad un’unica condizione: farsi crescere dei baffi né troppo lunghi né troppo spessi. Fu un successo strepitoso. Due stagioni televisive dal 1957 al 1959, 78 episodi, 4 special, 2 lungometraggi come La sfida di Zorro (1958) di Lewis e Norman Foster e La rivincita di Zorro (1959) di Charles Barton e Williams divenne una star planetaria da fiumi di fan e repliche continue arrivate sino ai giorni nostri. Amò così tanto interpretare Don Diego che, durante uno show di beneficenza a Buenos Aires con Henry Calvin (il sergente Garcia di Zorro) nel 1973, si innamorò del ritmo di vita degli argentino e della serafica pace rispetto al tran-tran losangelino da scegliere di trasferirsi lì – nel 1979 – con tutta la famiglia.

    Dopo Zorro la carriera di Williams non ebbe mai particolari sussulti. Le uniche gioie, se così possiamo chiamarle, sono ascrivibili a una partecipazione ad un episodio di Bonanza (1959-1973) e all’altro importante successo di carriera. Quel Lost in Space (1965-1968) dove prestò il volto al patriarca spaziale Prof. John Robinson per ben 84 episodi. Ruolo capace di eguagliare in fama e come posizionamento nell’immaginario collettivo l’altrettanto iconico spadaccino vendicatore Don Diego de la Vega/Zorro.

    In ogni caso la carriera di Williams non ebbe mai partecipazioni cinematografiche tali da essere ricordate negli annali. I serial televisivi gli diedero però un successo tale da aver spinto i suoi fan, nel 2001, a chiedere a gran voce – e più che meritatamente – la Stella sulla Hollywood Walk of Fame a suon di petizioni spedite alla Camera di Commercio di Hollywood. Nel 2011 il definitivo omaggio a ventidue anni dalla tragica morte per aneurisma in quel di Buenos Aires. Williams viene nominato Leggenda Disney per un volto che in fondo, leggenda lo era già e con un quid in più: del purissimo sangue siciliano scorrergli lungo le vene.

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