JACK PALANCE, IL DIVO AMERICANO DAL SANGUE UCRAINO

Jack Palance, pseudonimo di Volodymyr Palahniuk, nasce a Hazleton, Pennsylvania, USA il 18 febbraio 1919 ed è l’attore ricordato soprattutto per i suoi ruoli da cattivo e i numerosi film western.


Nato da una famiglia di origine ucraina con il nome, crebbe nel quartiere minerario di Lattimer Mines ad Hazle Township, Pennsylvania. Era figlio di un minatore di una cava di antracite e, in gioventù, egli stesso esercitò questo mestiere. Prima di avvicinarsi al mondo del cinema fece anche il pugile.

    Si disse per anni che, durante la Seconda guerra mondiale, il bombardiere su cui si trovava precipitò e che il suo volto rimase sfigurato. Le successive operazioni di chirurgia plastica gli avrebbero quindi dato quei lineamenti duri ed irregolari e quell’espressione grintosa che lo resero perfetto per i ruoli del cattivo. Fu egli stesso a rivelare, poco prima della morte, che l’intera storia fu solo una trovata pubblicitaria dei suoi agenti. Noto non soltanto per il volto solcato da profonde rughe, ma anche per la sua voce stentorea, ha avuto una lunga carriera artistica, articolata su quasi centotrenta titoli per il cinema e la televisione.

    Palance è stato sposato due volte. Con Virginia Baker dal 1949 al 1966, dalla quale ebbe tre figli: Holly (nata nel 1950), anch’essa attrice, Brooke (nata nel 1952), Cody (nato nel 1955 e scomparso prematuramente nel 1998, all’età di quarantadue anni, a causa di un melanoma). Cody, che fu anch’egli attore, recitò accanto al padre nel film Young Guns – Giovani pistole. In sua memoria, Palance istituì il The Cody Palance Memorial Golf Classic, allo scopo di raccogliere fondi destinati all’apertura di un centro anticancro nella città di Los Angeles.

    Dopo il divorzio nel 1968 da Virginia Baker, Palance si risposò nel 1987 con Elaine Rogers. L’attore statunitense è stato anche un discreto pittore e scrittore. Ha infatti dipinto e venduto numerosi paesaggi, sul retro dei quali usava scrivere propri versi. È stato anche autore di The Forest of Love, un libro di poesie pubblicato nel 1996 da Summerhouse Press. Nel suo luogo natale, in Pennsylvania, poco prima di morire fondò – a Butler Township, Luzerne County – la Holly-Brooke Farm (dal nome delle figlie) per la vendita all’asta a fini di beneficenza di memorabilia riguardanti la sua persona e la sua lunga carriera.

    Al pari di Marlon Brando – con cui si alternò per quella pièce sulle tavole del palcoscenico – Palance fu un memorabile Stanley Kowalski nel classico della drammaturgia statunitense Un tram che si chiama Desiderio (A Streetcar Named Desire), scritto nel 1947 da Tennessee Williams. Palance iniziò la carriera teatrale nel 1947, quando, ventottenne, debuttò a Broadway; gli bastò una breve gavetta per approdare tre anni dopo al grande schermo con il film drammatico Bandiera gialla (1950). Guadagnatosi rapidamente la fama di valido caratterista, ebbe una prima nomination al Premio Oscar per la parte di Lester Blaine in So che mi ucciderai (1952). Una seconda candidatura gli giunse l’anno successivo per il ruolo del pistolero Jack Wilson nel film Il cavaliere della valle solitaria di George Stevens (1953).

    Durante la sua carriera, Palance interpretò numerose altre volte il ruolo di cow-boy in film western, anche se questa caratterizzazione alla lunga non gli consentì di sfruttare completamente – a detta dei critici – il suo naturale talento; egli stesso ammise più volte che gli sarebbe piaciuto interpretare ruoli differenti rispetto a quelli per cui era prevalentemente conosciuto. Non gli mancarono tuttavia occasioni di variare il proprio registro interpretativo, se si considera la sua partecipazione a film fantastici e storici come Dr. Jekyll and Mr. Hyde, Dracula e Attila.

    Palance lavorò molto anche per la televisione, aggiudicandosi nel 1957 un Emmy Award per la miglior interpretazione nel ruolo di Mountain McClintock nella serie Playhouse 90, nell’episodio Requiem for a Heavyweight, scritto da Rod Serling. Fra le esperienze di Palance al di fuori del mercato cinematografico statunitense, va segnalata quella con il regista Jean-Luc Godard che nel 1963 lo volle con sé per il ruolo del produttore hollywoodiano Jeremy Prokosch nel film Il disprezzo (in francese Le mépris) – fra i capostipiti della nouvelle vague cinematografica – al fianco di Brigitte Bardot e Michel Piccoli. In un film con dialoghi in francese, Palance fu l’unico che recitò nella sua lingua di origine, cioè la lingua inglese.

    Negli anni Ottanta, il finale di carriera lo vide impegnato, assieme alla figlia Holly, nella serie televisiva Ripley’s Believe It or Not, e nella partecipazione ai film Young Guns – Giovani pistole (1988) e Batman (1989) di Tim Burton. Nel 1994 partecipò come protagonista all’episodio L’isola dei morti del Ai confini della realtà – I tesori perduti, un film per la TV basato su due episodi nati per la serie di Ai confini della realtà. A coronamento della lunga carriera, conquistò l’Oscar al miglior attore non protagonista con il film Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche (1991).

    Palance morì per cause naturali nella sua casa di Montecito, in California, all’età di 87 anni; il suo corpo è stato cremato. Il suo nome è iscritto nella Hollywood Walk of Fame al 6608 di Hollywood Boulevard e, dal 1992, nella Western Performers Hall of Fame al National Cowboy & Western Heritage Museum di Oklahoma City, Oklahoma.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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