RITRATTI DI FANTASCIENZA: JOHN W. CAMPBELL

Scrittore ed editore americano, John W. Campbell fu il tipico prodotto dei primi valori della letteratura pulp science-fiction e un critico non benevolo lo definì come “uno dei migliori principianti”. Campbell, con una solida educazione alle spalle (aveva frequentato il prestigioso Massachussets Institute of Tecnology e la Duke University) iniziò precocemente e con passione ad interessarsi a racconti spaziali e a personaggi pulp (di solito scrittori/ingegneri) come quelli descritti nei racconti di Edward Elmer Smith.

    Iniziò a vendere i suoi racconti che non era ancora laureato e durante gli anni della grande depressione i suoi lavori risultarono essere stilisticamente assai più sofisticati di quelli dei suoi maestri. Nel 1937 divenne direttore di Astounding, la rivista pulp più famosa della quale divenne il punto di riferimento nei suoi anni migliori, quelli che furono definiti “l’età dell’oro della science-fiction”, la maggior parte dei lavori pubblicati dalla rivista in quegli anni riflettevano i valori di Campbell e della sua abilità editoriale, sebbene alcuni critici trovavano la sua visione troppo limitata e troppo ottimistica la sua insistenza sulla cooperazione e sull’adattabilità intellettuale come unici mezzi per garantire la sopravvivenza dell’umanità. Infatti negli anni della seconda guerra mondiale e in quelli immediatamente successivi, egli preferiva evidenziare il positivo individualismo americano piuttosto che la disperazione dell’olocausto o del disastro nucleare.

    Molti critici dividono il suo lavoro in due fasi, segnate dall’anno 1934, quando iniziò a scrivere con lo pseudonimo di Don A. Stuart. I suoi primi racconti descrivevano eroi che collaboravano alla realizzazione di una grande scoperta scientifica che consentiva alla razza umana di sopravvivere, e questo modello fu molto apprezzato dai lettori che desideravano sempre di più diventare scienziati o ingegneri, e che in quei personaggi si identificavano. Durante la Prima depressione questi racconti erano gli unici luoghi in cui si poteva ritrovare il vigoroso individualismo americano.

    Le storie di Campbell iniziarono ad essere pubblicate sotto forma di libri solo alla fine degli anni Quaranta, quando la science-fiction aveva conquistato un suo solido spazio editoriale, ma ormai le cose migliori di Campbell le aveva già scritte (tra l’altro sotto vari pseudonimi). Poi, scrivendo come Stuart, iniziò il primo “Twilight” su Astounding Stories del novembre 1934, dedicandosi alla produzione di una fiction dotata di grande profondità filosofica e di uno stile letterario decisamente ambizioso.

    Molti critici hanno convenuto che se Campbell non avesse cercato di incrementare la raffinatezza letteraria della science-fiction, contando anche sul suo ruolo di editore, il genere alla fine degli anni ’30 si sarebbe incagliato nelle secche di una sterile formula ripetitiva. Nel 1937 fu chiesto a Campbell di assumere la direzione editoriale di Astounding Stories ed egli come atto deciso di cambiarne il nome in Astounding Science Fact/Fiction, dando subito l’idea di un allargamento di interessi e di orizzonti. Una volta assunto questo nuovo ruolo, la sua produzione letteraria virtualmente cessò, perché in esso aveva trovato il modo migliore di sviluppare finalmente la sua idea di cooperazione degli individualismi, e Who Goes There? (1938), il suo racconto più famoso e premiato (scritto come Don A. Stuart), incarna meglio di ogni altro questa visione; nel racconto, infatti, l’adattabile individualità umana trionfa sullo spietato collettivismo della creatura aliena, che incarna il male perché programmata in modo decisamente monolitico e privo di adattabilità individuale.

    Ma il merito maggiore di Campbell fu quello di aver incoraggiato un numero credibile di scrittori a sviluppare delle idee nuove e di aver scoperto un’intera generazione di scrittori che entrò a pieno titolo a costruire quella che è stata definita “l’età dell’oro” della fantascienza. Tra questi ultimi va ricordato Isaac Asimov, che di Campbell disse: “la sua genialità risiedeva nella sua abilità ad aspettare e selezionare lo scrittore migliore, nella cui mente stava crescendo il seme di una nuova idea”.

FABRIZIO LIBERTI

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