KIRK DOUGLAS

Kirk Douglas, nato Issur Danielovitch e noto anche come Isadore Demsky (Amsterdam, 9 dicembre 1916 – Beverly Hills, 5 febbraio 2020), è stato un attore e produttore cinematografico statunitense. Padre dell’attore Michael Douglas e del produttore Joel Douglas, nonché nonno di Cameron Douglas, nel 1999 l’American Film Institute lo inserì al 17º posto tra le più grandi star della storia del cinema statunitense.

La sua prima interpretazione cinematografica fu quella di un giovane procuratore distrettuale nel film Lo strano amore di Marta Ivers (1946) di Lewis Milestone, accanto a Barbara Stanwyck e Van Heflin; l’anno seguente affiancò Robert Mitchum e Jane Greer in Le catene della colpa di Jacques Tourneur. Successivamente recitò anche in ruoli brillanti, tuttavia la commedia non si addiceva alle sue caratteristiche, più adatte a ruoli forti, spesso cinici, da “duro”. Conquistò l’interesse del pubblico e della critica interpretando un pugile forte atleticamente, ma di scarse qualità umane, in Il grande campione (1949) di Mark Robson; il successo definitivo arrivò però con L’asso nella manica (1951) di Billy Wilder, in cui interpretò Chuck Tatum, giornalista senza scrupoli che specula sul dramma di un minatore intrappolato dopo il crollo in una miniera. Seguirono Pietà per i giusti (1951) di William Wyler, accanto a Eleanor Parker, in cui interpretava un poliziotto spietato, e Il bruto e la bella (1952) di Vincente Minnelli, nei panni di un produttore cinematografico dal cuore di pietra verso la fragile diva Lana Turner. In quegli anni fornì ottime prove anche nelle pellicole Chimere (1950) di Michael Curtiz e Lo zoo di vetro (1950) di Irving Rapper.

Nel 1954, dopo avere interpretato in Italia il mito di Ulisse di Mario Camerini, ove affiancò Silvana Mangano e Anthony Quinn, fondò una propria casa di produzione denominata Bryna Productions (dal nome della madre), con la quale realizzò i suoi più grandi successi da protagonista. Nel 1956 interpretò con grande efficacia il pittore Vincent van Gogh nel film Brama di vivere, diretto da Vincente Minnelli, mentre al 1957 risale uno dei capolavori nella sua ricca filmografia, Orizzonti di gloria, pellicola fortemente antimilitarista diretta dal giovane Stanley Kubrick e al quale Douglas teneva molto. Sempre diretto da Kubrick, l’attore sarà il protagonista nel 1960 del kolossal Spartacus, da lui stesso prodotto. Nella sua lunga carriera fu anche un eccellente interprete di film western, tra i quali sono da ricordare Il grande cielo (1952) di Howard Hawks, L’uomo senza paura (1955) di King Vidor, e Sfida all’O.K. Corral (1957) di John Sturges: in quest’ultimo impersonò splendidamente il personaggio del medico Doc Holliday, al fianco di Burt Lancaster nel ruolo dello sceriffo Wyatt Earp.

Per tutti gli anni Sessanta partecipò a film di vario genere, distinguendosi ancora per la sua presenza sanguigna e decisa; tra questi si segnalano il disneyano 20.000 leghe sotto i mari (1954) di Richard Fleischer, I vichinghi (1958) di Richard Fleischer, Noi due sconosciuti (1960) di Richard Quine, L’occhio caldo del cielo (1961) di Robert Aldrich, Due settimane in un’altra città (1962) di Vincente Minnelli (1962), Solo sotto le stelle (1962) di David Miller, Sette giorni a maggio (1964) di John Frankenheimer, Carovana di fuoco (1967) di Burt Kennedy, La fratellanza (1968) di Martin Ritt e Il compromesso (1969) di Elia Kazan.

Negli anni Settanta e Ottanta diradò la sua attività sul grande schermo; di questo periodo si ricordano, tra gli altri, Uomini e cobra (1970) di Joseph L. Mankiewicz, Un uomo da rispettare (1972) di Michele Lupo, Fury (1978) di Brian De Palma, Jack del Cactus (1979) di Hal Needham, Saturno 3 (1980) di Stanley Donen, L’uomo del fiume nevoso (1982) di George Miller e Due tipi incorreggibili (1986) di Jeff Kanew, ove apparve nuovamente in coppia con Burt Lancaster.

Ricevette tre candidature al Premio Oscar, senza mai vincerlo. Solo nel 1996 venne premiato con l’Oscar alla carriera. Il 16 gennaio 1981 ottenne una prestigiosa onorificenza civile statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, dal presidente Jimmy Carter. Douglas interpretò il suo penultimo film, Vizio di famiglia (2003) di Fred Schepisi, accanto a Michael, con i due che ebbero i ruoli di padre e figlio. La sua ultima apparizione al cinema risale al 2004, con il film Illusion di Michael A. Goorjian, nella parte di un regista moribondo. Saltuariamente attivo anche nelle produzioni televisive, apparve per l’ultima volta sul piccolo schermo nel 2008.

Ormai lontano dalle scene in ragione dell’età avanzata e delle limitazioni fisiche, si impegnò, attraverso i mezzi di comunicazione di massa (fra i quali un suo blog), in una campagna atta a indurre gli Stati Uniti d’America a chiedere perdono per la schiavitù delle persone deportate dall’Africa fra i secoli XVI e XIX e per le ingiustizie che gli afroamericani continuarono a patire anche dopo l’abolizione formale del regime schiavista, battaglia vinta nell’agosto 2008.

Kirk Douglas muore il 5 febbraio 2020 all’età di 103 anni: era l’attore vivente più anziano vincitore del Premio Oscar alla carriera.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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