FRITZ LANG

Fritz Lang, pseudonimo di Friedrich Christian Anton Lang (Vienna, 5 dicembre 1890 – Beverly Hills, 2 agosto 1976), è stato un regista, sceneggiatore e scrittore austriaco naturalizzato statunitense. Il suo ruolo nella storia del cinema è unanimemente considerato di primaria importanza.

È stato definito “uno dei maestri universalmente riconosciuti del cinema” (Aurélien Ferenczi)[1], “il più grande maestro del cinema tedesco” (Sandro Bernardi), “il simbolo stesso del cinema” (Jean-Luc Godard, che ha voluto Lang come attore nel suo film Il disprezzo).

Citazioni sul regista

Fritz Lang è uno dei primi registi consapevoli del proprio ruolo creativo:

«Più ancora di Murnau, il regista che afferma con decisione totale il ruolo creativo del metteur en scène come coordinatore di tutte le componenti finalizzate alla produzione dell’immagine filmica e come interprete di una specifica volontà di stile è in ogni modo Fritz Lang, che attraversa la storia del cinema muto e poi del sonoro in Europa e in America, con un impegno formale assoluto.»

(Paolo Bertetto, Introduzione alla storia del cinema, p. 38.)
In quarant’anni di attività ha realizzato un’opera imponente.

«Dal 1919 al 1960, Fritz Lang ha girato 15 film muti e 30 sonori. Ha attraversato il melodramma, le avventure da feuilleton, la storia edificante, la leggenda, la fantascienza, lo spionaggio, il poliziesco talvolta psicanalitico, la commedia musicale e non, la testimonianza sociale, il western, il film resistenziale o di guerra.[…]»

Inizia la sua carriera con grande successo nella Germania della Repubblica di Weimar; con l’avvento di Hitler al governo sceglie l’esilio, vive una breve parentesi in Francia, ricomincia da capo in America, a Hollywood, e ritorna infine in Europa nell’ultimo periodo. Vicino alle correnti artistiche cinematografiche a lui contemporanee, la scuola espressionista tedesca, il teatro da camera Kammerspiel e il movimento denominato Nuova oggettività (Neue Sachlichkeit), non si identifica in nessuna di esse.

Lotte Eisner, conoscitrice profonda del suo lavoro, afferma che

“…la ricca personalità di Fritz Lang e la complessità della sua opera impediscono di schedare il regista sotto una semplice etichetta”.

Di se stesso Lang dice:

«Innanzitutto dovrei dire: io sono una persona che guarda. Recepisco le esperienze solo attraverso gli occhi…»

(Fritz Lang, in Lotte H. Eisner, Fritz Lang, p. 9.)
e del suo mestiere:

«Sono molto felice quando faccio un film. Non è una seconda vita per me, “è la vita”. Forse è per questo che mi disinteresso del film una volta che è stato scritto, girato, montato. A quel punto non posso più fare niente per lui: il film ha una sua vita propria e non fa più parte della mia.»

(Fritz Lang in Luc Moullet, Fritz Lang, p. 116.)

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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