FRIEDRICH WILHELM MURNAU

Friedrich Wilhelm Murnau, pseudonimo di Friedrich Wilhelm Plumpe (Bielefeld, 28 dicembre 1888 – Santa Barbara, 11 marzo 1931), è stato un regista e sceneggiatore tedesco, noto talvolta con l’ulteriore pseudonimo Murglie.

Murnau fu tra i massimi esponenti dell’espressionismo e del kammerspiel, che si svilupparono in Germania negli anni venti. Solo pochi tra i suoi film sono stati conservati e sono oggi reperibili; gli altri sono andati purtroppo perduti. Le pellicole sopravvissute sono considerate da critici e studiosi di storia del cinema come capolavori assoluti.

Terminata la guerra, nel 1919 Murnau tornò a Berlino dove, per conto del suo amico e noto attore tedesco dell’epoca Ernst Hofmann, diresse i suoi primi due film, Il ragazzo in blu, ispirato all’omonimo dipinto di Thomas Gainsborough ed oggi andato perso come molti altri dei suoi film, e Satana, di cui invece sono rimaste delle illustrazioni ed un frammento di tre minuti in un archivio cinematografico spagnolo. Con il film Il gobbo e la ballerina (1920) cominciò una fruttuosa collaborazione con lo scrittore Carl Mayer, che scrisse in seguito le sceneggiature per altri sei film del regista.

Altri artisti con cui Murnau amava collaborare erano la sceneggiatrice Thea von Harbou, il cameraman Carl Hoffmann e l’attore Conrad Veidt. In seguito girò altri film, persi come i precedenti: La testa di Giano (1920), Sera… notte… mattino (1920), Nostalgia (1921). Sopravvivono in copie monche senza sottotitoli: Il cammino della notte (1921) e Il castello di Vogelod (1922).

Nel 1922 dirige quello che è considerato un suo capolavoro assoluto, Nosferatu il vampiro, ispirato liberamente al romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker, con Max Schreck nel ruolo del protagonista. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il conte Dracula diventa il conte Orlok) e i luoghi (dalla Transilvania ai Carpazi) per problemi legati ai diritti legali dell’opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker per violazione del copyright e perse la causa. Gli fu quindi ordinato di distruggere tutte le copie della pellicola, ma fortunatamente una copia “clandestina” fu salvata dallo stesso Murnau. Nel 1979 Werner Herzog ne trasse ispirazione per un remake, Nosferatu, principe della notte, con Klaus Kinski.

I suoi successi in Germania ed in particolare la versione americana del suo L’ultima risata del 1925 attirarono l’attenzione di Hollywood. Murnau, dopo il Faust, ricevette un’offerta dal produttore americano William Fox, che gli garantì piena libertà artistica. Il suo primo film statunitense fu Aurora, basato sul racconto Die Reise nach Tilsit di Hermann Sudermann, che alla prima cerimonia di premiazione del 1929 gli valse quattro candidature e tre premi Oscar nelle categorie “Miglior produzione artistica” (una sottocategoria di “Miglior film” presentata solo nella prima edizione), “Miglior fotografia” (a Charles Rosher e Karl Struss) e “Miglior attrice” (a Janet Gaynor), ma che tuttavia non realizzò le aspettative di incasso previste, per cui nella realizzazione dei successivi film l’ingerenza della società di produzione fu maggiore.

Le due pellicole successive, I quattro diavoli (1928), del quale oggi non esiste più nessuna copia, e Il nostro pane quotidiano (1930), furono modificate per adattarle alla nuova tecnologia dell’era del sonoro, ma anch’esse non ottennero il successo sperato.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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