ENRICO LO VERSO. DA “IL LADRO DI BAMBINI” A “MICHELANGELO”

Cinema, teatro e televisione, una carriera da autentico stacanovista nel segno di Amelio, Corbiou e Scott

    Figlio di un ingegnere e di un’insegnante, Enrico Lo Verso nasce a Palermo il 18 gennaio 1964, dimostrando da subito un’inflessione per la recitazione. Sin da giovanissimo frequenta diversi corsi di teatro, fino ad approdare al Centro Sperimentale di Cinematografia e all’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Una preparazione solida, mista a cinema e teatro, che permette a Lo Verso di segnalarsi come uno degli astri nascenti del cinema italiano, iniziando – perlopiù – a recitare in diverse produzioni teatrali. L’esordio nel cinema arriva nel 1988 con una piccola parte nel film Atto di dolore di Pasquale Squitieri – distribuito due anni dopo – a cui seguono ruoli più consistenti l’anno seguente in Ragazzi nervosi (1989) di Anselmo Sebastiani, Nulla ci può fermare (1990) di Antonello Grimaldi – che tornerà a dirigerlo pochi anni più tardi in Il cielo è sempre più blu (1995), e la miniserie televisiva Donna d’onore.

    Il 1990 risulta essere un anno decisivo per la carriera internazionale di Lo Verso. Il regista statunitense Michael Lehmann infatti, lo sceglie per il film Hudson Hawk – Il mago del furto. Cult-movie che vede Lo Verso dividersi la scena con star hollywoodiane del calibro di Bruce Willis, Danny Aiello, Andie McDowell, James Coburn e un allora semi-sconosciuto Richard E.Grant. La vera svolta però, è datata 1992 con Gianni Amelio che gli affida il ruolo da protagonista ne Il ladro di bambini, per cui Lo Verso riesce a spuntarla su numerosi pretendenti al ruolo del carabiniere Antonio, tra cui Antonio Banderas – che in principio fu la scelta di Amelio e che Lo Verso avrebbe doppiato in post-produzione.

    Amelio rimase colpito dalla performance dell’attore palermitano al punto di decidere di affidargli l’intera parte e di sceglierlo come protagonista per altri due suoi film, Lamerica (1994) e Così ridevano (1998). Dopo Il ladro di bambini, Lo Verso reciterà ne Le amiche del cuore (1992) di Michele Placido, Volevamo essere gli U2 (1992) di Andrea Barzini, La scorta (1993) di Ricky Tognazzi, un film minore di un grandissimo maestro del cinema italiano come Mario, Maria e Mario (1993) di Ettore Scola.

    Un grande ruolo internazionale è senza dubbio quello del fratello maggiore di Carlo Broschi, Riccardo in Farinelli – Voce regina (1994) di Gérard Corbiau; la pellicola, candidata ai Golden Globes e agli Oscar come miglior film straniero nel 1995, gli donerà una certa popolarità anche in Francia.

    Sul finire degli anni Novanta, Lo Verso inanella una serie di partecipazioni in pellicole non particolarmente memorabili, tra cui citiamo Del perduto amore (1998) di Michele Placido e Li chiamarono… briganti! (1999) di Pasquale Squitieri dove vestì i panni del celebre brigante Carmine Crocco; il film, oggi pressoché introvabile, venne ritenuto all’epoca uno dei più fulgidi esempi di revisionismo storiografico sul Risorgimento nonché un omaggio di Squitieri a Sergio Leone. Penalizzato fortemente dalla critica, dopo un incasso irrisorio al botteghino venne ritirato dalle sale – si teorizza, in tal senso, un boicottaggio collettivo affinché finisse nel dimenticatoio della censura.

    Negli anni Duemila però, Lo Verso inizia ad “internazionalizzarsi”, lavorando con molti registi stranieri. A partire da Hannibal (2000) di Ridley Scott, sequel “infelice” de Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme, che vede nel cast attori del calibro di Anthony Hopkins, Julianne Moore, Gary Oldman, Ray Liotta, Frankie R.Faison e Giancarlo Giannini.

    Seguono L’educazione fisica delle fanciulle (2005) di John Irvin, Che Guevara (2005) di Josh Evans, Alatriste – il destino di un guerriero (2006) di Agustin Dìaz Yanes, Le 13 rose (2007) di Emilio Martinez Làzaro, Carmel (2009) di Amos Gitai e Habitacìon en Roma (2010) di Julio Medem.

    Nel mezzo, un paio di partecipazioni in solide produzioni italiane come Salvatore – Questa è la vita (2006) di Gian Paolo Cugno, Milano Palermo – Il ritorno (2007) di Claudio Fracasso, e una parte nell’omaggio di Giuseppe Tornatore alla sua città natale, Baarìa (2009).

    L’ultimo decennio cinematografico ha visto Enrico Lo Verso cimentarsi nel “leggerissimo” Quel bravo ragazzo (2016) di Enrico Lando, e in due importanti produzioni artistiche come Raffaello – il principe delle arti in 3D (2017) di Luca Viotto e Michelangelo – Infinito (2018), di Emanuele Imbucci.

    Nel 1995, in parallelo con l’esplosione della sua carriera cinematografica, Lo Verso inizia una discreta carriera televisiva, che lo vede nei panni di Giosuè nella miniserie di produzione italo-americana, Mosè di Roger Young – accanto ad attori del calibro di Christopher Lee, Frank Langella e Ben Kingsley. Cinque anni più tardi sarà la volta de I Miserabili (2000) di Josée Dayan con un cast che comprende Jeanne Moreau, Asia Argento, Charlotte Gainsbourg, John Malkovich e Gerard Depardieu.

    Al proseguire della carriera televisiva, che vede Lo Verso prender parte a sceneggiati televisivi come L’inchiesta (2006) di Giulio Base, La baronessa di Carini (2007) di Umberto Marino, Mogli a pezzi (2008) di Alessandro Benvenuti e Vincenzo Terracciano, Il falco e la colomba (2009) di Giorgio Serafini, partecipazioni a puntate di fiction come Rex 2 (2009), CentoVetrine (2014), Il giovane Montalbano (2015), Provaci ancora Prof 6 (2015), Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo (2016), Maltese – Il romanzo del commissario (2017) e Made in Italy (2019).

    Nel 2019 ha preso parte a Ballando con le stelle in coppia con Samantha Togni, dove ha dimostrato – anche – ottime doti da ballerino, e l’anno successivo prende parte a una produzione Netflix turca, La febbre del cemento, diretto da Cuneyt Kaya.

    Con, al momento, due pellicole in lavorazione; Magari resto (2021) di Mario Parruccini in cui Lo Verso figura nel cast assieme a Valentina Corti e Pietro De Silva, e Masks Don’t Lie (2022) di Sylvia Kurth, la carriera di Enrico Lo Verso continua tra cinema, teatro e televisione, dimostrandosi come interprete sempre più versatile, nonché uno degli ultimi veri stacanovisti della sua generazione.

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