DOMENICA D’AGOSTO (1950) – LUCIANO EMMER

Per “neorealismo rosa” – termine coniato dalla critica – si intende un momento di transizione, per cui il cinema neorealista – pur conservando alcuni suoi canoni etici ed estetici – si trasforma, sentendo il bisogno di rinnovarsi. Si comincia, così, a guardare al costume degli italiani, non più oppressi dalla guerra militare e civile, e ad attingere a trame sentimentali. È una fase molto interessante perché anticipa, preparandone le basi, la commedia all’italiana che avrebbe poi imperato per parecchi anni.

    Uno dei migliori esempi di neorealismo rosa è rappresentato da Domenica d’agosto (1950) di Luciano Emmer. Diverse famiglie romane corrono ad Ostia per trascorrere la domenica in libertà, fuggendo dalla calura estiva della città. Si intrecciano, così, varie storielle, con interessanti sviluppi, che diventano l’occasione per tratteggiare, trasversalmente, la società italiana del momento. Grazie anche alla sceneggiatura di Cesare Zavattini,

    Emmer con estremo garbo ed aderenza al dato reale, ritrae differenti classi sociali: da una decaduta aristocrazia che si incontra alla Vecchia Pineta in un contesto ovattato, silenzioso e monocolore, sino alla piccola borghesia, stracarica di cibarie, preparate la sera precedente, e compressa in una confusionaria spiaggia libera. Il film ha un’ interessante valenza sociologica perché illustra la trasformazione che l’Italia – volenterosa di divertirsi ed esorcizzare le recenti tragedie – stava vivendo in quegli anni.

    Emerge un inizio di omologazione negli usi e costumi, nei riti e miti perché alla fine tutti, senza distinzione di censo o cultura – con scintillanti decappottabili, austere utilitarie, improvvisate biciclette o semplicemente col trenino dell’Ostiense – sono colti nella folle corsa lungo la Via del Mare, sognando il boom economico che già si percepiva nell’aria.

    I modelli di riferimento cominciano, dunque, ad uniformarsi sia nel divertimento che nelle aspirazioni, e qualche anno dopo i Padri della commedia all’italiana sapranno ben rappresentare questo fondamentale dato della nostra società. Strepitosa Ave Ninchi, Regina dei fornelli anche in spiaggia!

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