TEOREMA (1968). FEROCE SATIRA ANTIBORGHESE NELL’ANNO DELLA CONTESTAZIONE

Teorema è un film del 1968 scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini: una famiglia altoborghese di Milano ospita un giovane uomo (Terence Stamp) assai enigmatico e dalla bellezza luciferina. Questi entra in contatto, anche sessualmente, con i vari componenti, avendo la capacità di cogliere i lati più profondi ed irrisolti del carattere di ciascuno.

L’elemento sessuale – che nell’ottica del regista assurge a forma primaria di conoscenza – destabilizza tutti i personaggi del film sia moralmente che ideologicamente. Improvvisamente l’ospite sparisce, come se non fosse mai esistito, ma ognuno porterà con sé i segni di questo incontro, cambiando radicalmente le proprie prospettive: strepitosa e bellissima Silvana Mangano – Coppa Volpi per l’interpretazione nel ruolo della madre – che elegge l’ospite a figura messianica, in quando unico essere al mondo ad averle insegnato cosa sia l’amare e l’essere amati.

Con questo film – che subì un articolato iter giudiziario per oscenità – viene chiaramente rappresentato il teorema pasoliniano per cui la borghesia, autoreferenziale e criminaloide, è ontologicamente incapace di interagire col diverso e dunque – non sapendo mediare – è destinata a soccombere o a convertirsi. Primo fra tutti, il padre (Massimo Girotti) che finirà col regalare la fabbrica ai propri operai e – dopo essersi francescanamente denudato alla stazione centrale di Milano – vagherà in un paesaggio immediatamente divenuto primordiale, urlando tutta la sua disperazione o forse inneggiando alla sua totale liberazione.

Anni dopo, nel 2005, questa scena sarà riprodotta da Ozpetek in Cuore sacro, per cui Irene (Barbara Bobulova), ricca imprenditrice romana, dopo aver fatto amicizia con una misteriosa bambina che rubava per dare ai poveri della città, sarà improvvisamente privata della presenza della giovane compagna. Questa assenza determina una conversione nella protagonista che sentirà, come Girotti in Teorema, la necessità di denudarsi in stazione per liberarsi di ogni opprimente sovrastruttura. Il diverso, come fonte primaria di destabilizzazione, sopravvive dunque a distanza di quasi mezzo secolo!

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