ROY WARD BAKER E L’ORRORE D’OLTREMANICA

Nato a Londra nel 1916, Roy Ward Baker è, con Terence Fisher, uno dei maestri del fantastico inglese anni Sessanta. Entra nel cinema molto giovane, esordisce alla regia nel 1947 con The October Man, trascorre tre anni a Hollywood con un contratto con la Fox.

Tornato in patria, comincia a dirigere una serie di film di genere diverso, tra i quali almeno uno di stravagante ambiguità: Il coraggio e la sfida (The Singer Not the Song, 1961), una sorta di western gotico, tutto un groviglio di passioni morbose, stereotipi romantici e tormentate perversioni.

Nel 1967 dirige per la Hammer Film Production L’astronave degli esseri perduti (Quatermass and the Pit), cui seguono tra gli altri L’anniversario (The Anniversary, 1968), gioco al massacro con la terribile matriarca Bette Davis, Il marchio di Dracula (Scars of Dracula, 1970), Vampiri amanti (The Vampire Lovers, 1971), la trasposizione più sensuale e fastosa del mito di Carmilla; Barbara, il mostro di Londra (Dr. Jekyll and Sister Hyde, 1971), La leggenda dei sette vampiri d’oro (The Legend of the Seven Golden Vampires, 1974), commistione curiosa del fantastico occidentale e orientale.

Per la piccola compagnia concorrente della Hammer, la Amicus, specializzata in film a episodi, Baker dirige nel 1972 La morte dietro il cancello (Asylum), dove i vari segmenti del racconto si intrecciano all’interno di un manicomio. Un film dalla ricchezza cupa e malata, che testimonia dell’abilità di narratore di Baker.

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