EUGÈNE LOURIÉ, DA RENOIR AI DINOSAURI

Sebbene sia più famoso come scenografo e direttore artistico che non come regista, Eugène Lourié ha lasciato nel mondo del cinema fantastico un’impronta più grande di quanto lui stesso potesse sperare.

    Aveva già 26 anni di carriera alle spalle quando realizzò il suo primo film, Il risveglio del dinosauro (1953), un tipico prodotto di serie B incentrato sulla non meno tipica paura della bomba atomica negli anni Cinquanta: un’esplosione nucleare risveglia dal letargo un gigantesco animale preistorico che riesce quasi a distruggere New York prima che gli scienziati di turno possano ucciderlo.

    Gli ingegnosi effetti di Lourié, tanto spettacolari sullo schermo quanto economici nei costi, contribuirono al successo del film che diede ai produttori giapponesi lo spunto per sfruttare questo filone in pellicole analoghe. In altre parole, senza Lourié non sarebbe esistito Godzilla al cinema né, tanto meno, la sua lunga discendenza di affini. Artista nato, Lourié fu uno dei molti russi che abbandonarono la patria, dopo la rivoluzione, per rifugiarsi in Francia. Stabilitosi Oltralpe sin dal 1921, si dedicò alla pittura, entrando nel mondo dello spettacolo come coreografo.

    Assistente alla regia di Abel Gance in Napoleone Bonaparte (Napoléon vu par Abel Gance) nel 1927, cominciò a lavorare come scenografo nel 1934. Due anni dopo creò per Jean Renoir gli ambienti pseudo-russi di Verso la vita (Les bas fonds, 1936), divenendo quindi il collaboratore fidato di Renoir in titoli famosi come La grande illusione (La grande illusion, 1937), L’angelo del male (La bete humaine, 1938) e La regola del gioco (La règle du jeu, 1939). Parallelamente, lavorò con Pierre Chenal in Alibi (id., 1937) e con Max Ophuls in Werther (id., 1938) e Tutto finisce all’alba (Sans lendemain, 1940).

    Quando i tedeschi invasero la Francia, Lourié seguì Renoir nel suo esilio a Hollywood e continuò a collaborare con lui in tutti i film del suo periodo americano. Lavoratore infaticabile, alternò la direzione artistica per la televisione e il teatro con la regia cinematografica delle seconde unità, creò effetti speciali per la televisione e il cinema e lavorò con Charlie Chaplin in Luci della ribalta (Limelight, 1952), con Samuel Fuller in Il corridoio della paura (Shock Corridor, 1963) e in Bacio perverso (The Naked Kiss, 1964) e con Clint Eastwood in Bronco Billy (id., 1981).

    Dopo il successo de Il risveglio del dinosauro ritornò a questo genere con Il colosso di New York (The Colossus of New York, 1957) – con effetti speciali di Ray Harryhausen – in cui un cervello umano viene trapiantato in un robot. Anche i suoi film successivi sono basati sulle figure di mostri preistorici: un brontosauro che rade al suolo Londra e un piccolo sauro la cui amorevole madre distrugge l’abbazia di Westminster, in Gorgo (1961).

MANUELA MARTINI

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