COSTANZA QUATRIGLIO. UNA CARRIERA IN BILICO TRA FICTION E DOCUMENTARIO

Nasce il 6 gennaio 1973 a Palermo la regista Costanza Quatriglio. Figlia del giornalista e saggista Giuseppe Quatriglio, dopo due prime produzioni di rodaggio come il mediometraggio L’albero (1997) di cui firma la co-regia con Eros Puglielli e Anna (1999), la prima opera filmica da cui si evince il suo stampo registico – oltre che di linguaggio – corrisponde al nome di Ècosaimale? (2000). Opera vivace, premiata al Festival di Torino dello stesso anno, facente parte del cinema del reale.

    Un’ibridazione di linguaggi filmici ed estetiche fiction e documentaristiche, quello della Quatriglio, che dopo Il bambino Gioacchino (2000) e i successivi L’insonnia di Devi e La borsa di Helene (2001) la porterà infine alla svolta della carriera: L’isola (2003). Realizzato a braccetto con Racconti per L’isola – reportage sulla lavorazione che pone al centro del racconto l’esperienza cinematica degli attori non professionisti dell’opera principale – L’isola permise alla Quatriglio di superare i confini italici e farsi conoscere nei palcoscenici che contano.

    Presentato infatti alla Quinzaine des Réalisateurs del 56º Festival di Cannes nel 2003 (Premio CICAE). Dopo esser stato nei più importanti festival del mondo (Pusan, Los Angeles, Chicago, Philadelphia, Kiev, Montreal, Rotterdam, Gijón, Bratislava e numerosi altri) – Nastro d’Argento per le musiche a Paolo Fresu – L’isola è uscito nelle sale in Francia e nei paesi dell’America Latina di lingua spagnola.

    Da qui in poi, la carriera della Quatriglio prenderà definitivamente sul chiaro stampo documentarista, come nel caso della miniserie Raiz: Il mondo addosso (2004) per Rai 3 presentata alla Festa del Cinema di Roma 2006 nonché Il mio cuore umano (2006), Evento speciale al Festival di Locarno 2009. Lo stesso dicasi per Terramatta (2012). Opera tratta dalle omonime memorie di Vincenzo Rabito che Andrea Camilleri stesso definì “un manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso” cruciale per il consolidamento della dimensione documentaristica della sua autrice. Presentato infatti alla Giornata degli Autori nel 2012 e designato Film della Critica da parte del SNCC (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici), grazie a Terramatta la Quatriglio vinse il Nastro d’Argento per il Miglior documentario 2013.

    L’anno successivo è la volta de Con il fiato sospeso con protagonista assoluta Alba Rohrwacher. Opera ispirata alla crociata ambientale del dottorando della Facoltà di Medicina dell’Università di Catania Emanuele Patané, con cui la Quatriglio torna nel sentiero filmico delle ibridazioni vedendosi insignita del Premio Gillo Pontecorvo al Festival di Venezia 2013 dove verrà lodata per le atmosfere di valore culturale e politico e il suo coraggio produttivo. Un po’ il simulacro della sua impronta registica del resto, tanto che verrà segnalato ai Nastri d’Argento per la forte commistione tra anima fiction e documentaristica.

    Nel 2015 è la volta di Triangle, che la vede ancora una volta vincitrice del Miglior documentario ai Nastri d’Argento, nonché del Premio Cipputi come Miglior film sul mondo del lavoro al 32° Torino Film Festival. Tra il 2016 e il 2018 ancora elogi per la Quatriglio tra 87 (2016) – vincitore del Premio Speciale ai Nastri d’Argento dello stesso anno – e Sembra mio figlio (2018), lungometraggio acclamato al Festival di Locarno che pone al centro del racconto il dramma dell’emigrazione in tempo di guerra. Al momento impegnata nella lavorazione di The Faculty (2021), la Quatriglio è tornata alla regia di una produzione televisiva dai Raiz: Il mondo addosso, con La bambina che non voleva cantare (2021), biopic delicato e incisivo sulla cantante italiana e i suoi esordi nel mondo della musica.

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