TONINO GUERRA. PROFILO

Antonio Guerra, detto Tonino nasce a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo 1920, poeta, scrittore e sceneggiatore italiano. Seguì corsi regolari di studi. Alle Scuole medie ebbe come insegnante Augusto Campana, che divenne poi un famoso docente universitario.

    Si diplomò alle Scuole magistrali di Forlì. Poi s’iscrisse all’università. Dapprima scelse Venezia, poi si trasferì nella più vicina Urbino, alla Facoltà di Pedagogia. Sin da giovane era appassionato di pittura. Dipingeva ad acquerello ed a inchiostro. All’inizio di agosto 1944, terminata la sessione estiva degli esami, tornò a casa. Ma il giorno stesso in cui arrivò fu fermato e condotto alla locale Casa del Fascio. Individuato come antifascista, fu portato dapprima a Forlì e di qui a Fossoli (MO), nel locale Centro di raccolta per la manodopera in Germania. Venne deportato in Germania e rinchiuso in un campo d’internamento a Troisdorf.

    Guerra, che conosceva a memoria i Sonetti romagnoli di Olindo Guerrini, li recitò ai compagni di prigionia per distrarli dall’angoscia e dalla nostalgia di casa. Poi iniziò ad inventare nuove poesie, che un compagno di prigionia copiava per lui a mano.

    Dopo la fine del conflitto mondiale, nell’agosto 1945 ritornò a casa. Nel 1946 si laureò in Pedagogia all’Università di Urbino con una tesi sulla poesia dialettale romagnola. Avendo conservato le poesie composte nel campo di prigionia, le fece leggere a Carlo Bo, che ne rimase piacevolmente colpito. Il docente (e futuro rettore) riconobbe in esse «una volontà di pulizia interiore, un senso esatto delle cose e delle voci». Guerra decise dunque di pubblicarle, a sue spese. La raccolta s’intitolò I scarabocc (Gli scarabocchi); lo stesso Bo ne firmò la prefazione. Attorno a lui si formò a Santarcangelo un gruppo spontaneo di giovani poeti, di cui facevano parte anche Raffaello Baldini, Nino Pedretti e Gianni Fucci. Il gruppo si riuniva al “Caffè Trieste”, il bar gestito dai genitori di Raffaello Baldini. Alcuni concittadini chiamarono ironicamente questo sodalizio E’ circal de’ giudéizi (traducibile come “Il circolo del giudizio”). Guerra insegnò in una scuola di avviamento agrario nella vicina Savignano sul Rubicone.

    Nel 1950 partecipò al “Premio letterario Cattolica”, nel cui ambito vinse il “Premio Emilia”, dedicato alla poesia dialettale emiliana o romagnola[3]. In giuria sedevano tra gli altri Salvatore Quasimodo ed Eduardo De Filippo. Nel 1952 avvenne l’esordio narrativo con un breve romanzo, La storia di Fortunato, pubblicato nella collana Einaudiana “I gettoni“. La collana era diretta da Elio Vittorini, che avviò con il poeta romagnolo un lungo sodalizio, mantenuto anche dopo il passaggio alla Bompiani (L’equilibrio, L’uomo parallelo). Nello stesso anno si sposò con Paola Grotti. Dall’unione nacquero due figli, Costanza e Andrea Guerra. Nel 1953 Tonino Guerra si trasferì a Roma, dove avviò una fortunata carriera di sceneggiatore. Durante la sua lunga attività collaborò con alcuni fra i più importanti registi italiani del tempo (Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Federico Fellini, i fratelli Taviani, ecc.). Dalla collaborazione con il regista ferrarese Antonioni gli giunse anche la candidatura al premio Oscar nel 1967, per il film Blow-Up. Negli anni ottanta tornò in Romagna. Negli anni settanta Tonino Guerra scrisse oltre venti film (sia per il cinema che per la televisione) e più di dieci libri. Nel 1974 firmò Amarcord, la sua prima sceneggiatura per Fellini. Nel 1975 conobbe, durante uno dei suoi viaggi in Russia, Eleonora Kreindlina. Se ne innamorò, sciolse il precedente matrimonio e la sposò nel 1977. La frequentazione della Russia, dell’Armenia e della Georgia (il romanzo La pioggia tiepida è dedicato «A tutti gli amici georgiani e alla loro bella terra») gli fece tornare la voglia di dipingere, passione che prese piede a partire dagli anni ottanta e che divenne la sua attività prevalente nell’ultima parte della vita.

    Nel 1983 scrisse per il regista russo Andreij Tarkovskij Nostalghia. Collaborò poi con Rosi alla Carmen (1984), i fratelli Taviani (La notte di San Lorenzo, Kaos, Good morning Babilonia e Il sole anche di notte). Con Fellini realizzò Ginger e Fred (1986). Nel 1989, 69 enne, lasciò Roma e si stabilì a Pennabilli, dove trascorse il resto della sua vita. Il centro dell’Appennino riminese gli conferì la cittadinanza onoraria in riconoscenza dell’amore dimostrato nei suoi confronti.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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