AI PALAZZI TEZZANO E COMUNALE, LE PRIME PROIEZIONI CINEMATOGRAFICHE A CATANIA
Lo scrivono Il Corriere di Catania e un entusiastico Nino Martoglio, subito convertito alla “settima arte”.
Alcuni anni fa ci fu la pubblicazione di tre interessanti volumi su Nino Martoglio, scrittore, teatrante, giornalista, poeta, regista. Uscirono sotto la guida, prolifica e appassionata, del prof. Giuseppe Sambataro, che ha voluto dare alla città di Belpasso e al nostro Paese una vivida documentazione su ciò che Nino Martoglio fu nel campo dell’arte e su ciò che Martoglio potrebbe essere se fosse ancora tra noi. Premessa questa notazione informativa che si accompagna ad un’auspicata rivisitazione dell’opera martogliana limiterò questo articolo ad un solo tema che riguarda il film Teresa Raquin (1915).
Non ho mai visto Sperduti nel buio (1914). Benché sia ormai quasi un vegliardo, appartengo a quella generazione che per pochi anni, per un pelo, direi, ha mancato la possibilità di conoscere quest’opera chiave nella storia del cinema muto italiano, del quale si continua a parlare da decenni senza una cognizione diretta, e che ha finito per assumere i contorni indefiniti e i colori evanescenti della cosa mitica. Scritto sull’acqua, diceva Zavattini del cinema, tanti anni fa.
Alla fine dell’800 s’avvia in grande stile la carriera artistico-letteraria dell’intrepido “moschettiere” belpassese Nino Martoglio, figlio di un giornalista ex garibaldino. Licenziato capitano di lungo corso dall’Istituto nautico di Catania ed ex mozzo, tornato a terra dopo quattro anni d’errabonda vita marinara, rientrato a Catania nel 1889 fonda la rivista satirico-politico-letteraria “il D’Artagnan”, dalle colonne della quale a dimostrazione d’un fulminante e fatale interesse annunci l’arrivo del cinema nel capoluogo etneo…
Ritrovato nel 2003 da Lorenzo Ventavoli, storico del cinema e gestore di sale cinematografiche, Troppo tardi t’ho conosciuta (1940) regia di Emanuele Caracciolo (fucilato alle Fosse Ardeatine), è tratto da una commedia di Martoglio ed è interpretato dal tenore di Paternò (Catania). Il titolo si riferisce ad una famosa aria della Norma di Bellini.
Nino Martoglio ebbe tutte le effervescenti qualità di una personalità che fu multipla e trascinante, capace di spaziare in più campi, esempio ante litteram di uomo di cultura e di spettacolo quale sempre più esigono gli odierni multi-media, quanto di vedere cosa effettivamente resta di un autore che la più recente critica tende ad ignorare, sia perché legato a un repertorio piuttosto localizzato, sia perché legato alle prestazioni di alcuni grandi attori del passato.