LON CHANEY

Lon Chaney, pseudonimo di Leonidas Frank Chaney (Colorado Springs, 1º aprile 1883 – Hollywood, 26 agosto 1930), attore, regista, sceneggiatore e make-up artist statunitense.

    Fu uno dei migliori attori caratteristi della storia del cinema e sebbene sia ricordato maggiormente per le sue interpretazioni nei film dell’orrore dell’epoca del cinema muto statunitense, Chaney prese parte a oltre 150 pellicole, delle quali solo una decina possono effettivamente essere considerate appartenenti al genere (questi film, in quegli anni, venivano chiamati “dark melodramas“). Per la sua eccezionale abilità con il trucco, gli venne dato il soprannome de “L’uomo dalle mille facce” (The Man of a Thousand Faces). La sua vita ha anche ispirato un film biografico omonimo con James Cagney nel 1957.

    In un periodo imprecisato tra il 1912 e il 1917, lavorò sotto contratto con la Universal recitando in parti da caratterista. Durante questo periodo, fece amicizia con la coppia formata dal regista Joe De Grasse e dalla moglie Ida May Park, e il regista gli diede ruoli sostanziali nelle sue produzioni incoraggiandolo a interpretare personaggi macabri o grotteschi.

    Esordì come comparsa nel cinema verso il 1912, interpretando film comici e western; per sei dei quali fu anche regista. Nel 1919, con L’uomo del miracolo di George Loane Tucker, trovò la strada che gli era più congeniale e per dieci anni interpretò una serie di personaggi deformi, mostruosi, mutilati, raccapriccianti. Per rappresentarli nel modo più realistico, non esitò a sottoporsi a trattamenti dolorosi e pericolosi, ma soprattutto perfezionò l’arte del trucco cinematografico, servendosi anche di un notevole acume psicologico e di grande sensibilità. Il film mostrò non solo le sue capacità attoriali, ma anche il suo talento come trasformista e truccatore. Il plauso da parte della critica e un incasso superiore ai 2 milioni di dollari lo rese il caratterista più celebre e ricercato d’America. Ma l’aspetto grottesco non era tutto in quanto i suoi personaggi erano molto realistici, capaci di provare tanto odio e disprezzo quanto amore e dolore. Così, grazie alla sua versatilità e grazie al realismo sia nella recitazione che nel trucco, nel 1922, sulle locandine del suo più recente film, Primavera nordica, fu chiamato, per la prima volta, “L’uomo dalle mille facce” (“The Man of a Thousand Faces”), un soprannome che rimarrà per sempre nella storia del cinema. L’arte del make-up agli albori dell’industria del cinema era praticamente inesistente con l’eccezione di barbe e baffi finti per connotare i personaggi “malvagi”.

    La maggior parte di ciò che gli studi di Hollywood sapevano in materia di trucco derivava dalla loro esperienza con il trucco teatrale, ma questo non sempre si trasferiva bene sul grande schermo, specialmente con l’aumentare della qualità della pellicola nel tempo. Inoltre i reparti di trucco non erano ancora in funzione durante l’epoca di Chaney. Prima della metà degli anni venti, gli attori dovevano truccarsi da soli.[10] In assenza di truccatori professionisti specializzati, il talento di Chaney per il trasformismo gli diede un grosso vantaggio nei confronti dei suoi colleghi. Era un artista completo e i selezionatori di cast sapevano che avrebbero potuto inserirlo in ogni ruolo che necessitassero. In alcuni film il suo talento gli permise di interpretare due ruoli in contemporanea come nel film Il fuorilegge (1920), in cui interpreta un personaggio che ha sparato e ucciso un altro personaggio, sempre da lui interpretato. Nella parte di Quasimodo, il campanaro deforme di Notre-Dame, e di Erik, il “fantasma” dell’Opéra di Parigi, creò due dei personaggi più grottescamente deformi di sempre nella storia del Cinema. Tuttavia le sue interpretazioni cercavano di suscitare un alto grado di simpatia e pathos tra gli spettatori non terrorizzati o respinti in modo schiacciante dalle mostruose deformazioni di queste vittime del destino.

    In un articolo autobiografico del 1925 pubblicato sulla rivista Movie, Chaney scrisse: “Volevo ricordare alla gente che i tipi più bassi di umanità possono avere in loro una capacità di sacrificio supremo. Il mendicante nano più disadattato, può avere gli ideali più nobili. La maggior parte dei miei ruoli da “mostro”, come ne Il fantasma dell’Opera, L’uomo che prende gli schiaffi, Il trio infernale, ecc… , hanno portato avanti il tema del sacrificio personale o della rinuncia. Queste sono le storie che desidero fare“. Il talento di Chaney si estendeva oltre il genere horror e il trucco scenico. Egli era anche ballerino, cantante e un comico altamente qualificato.

    Ebbe un successo straordinario in America e in Europa. Fra i suoi film più celebri si ricordano Lo sconosciuto (1927), The Penalty (1920), Il gobbo di Notre Dame (1923), Il fantasma dell’opera (1925), Il capitano di Singapore (1926) e Il fantasma del castello (1927). Diresse anche una serie di film per la Universal, e affrontò – pur con una certa riluttanza, ma con buon successo – il passaggio al cinema sonoro realizzando però un solo film sonoro, The Unholy Three (1930), remake de Il trio infernale del 1925, che riuscì a terminare poco prima di morire per un cancro alla gola nel 1930. Gli era stata assegnata anche la parte di Dracula nell’omonimo film che sarebbe poi stato girato l’anno successivo alla sua morte, dove venne sostituito da Bela Lugosi.

    L’eccezionale professionalità di Chaney avrebbe certamente fatto di lui l’interprete ideale di molti ruoli nei film dell’orrore che durante gli anni trenta andarono poi a Boris Karloff e a Bela Lugosi.

Redazione – ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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