AURELIO GRIMALDI

Aurelio Grimaldi (Modica, 22 novembre 1957) è un regista, sceneggiatore e scrittore italiano. Nato e cresciuto a Modica, in provincia di Ragusa, Grimaldi svolse l’attività d’insegnante di scuola elementare per buona parte degli anni ottanta, dedicandosi poi a quello che era il suo interesse più grande d’allora: la letteratura.

Esordì infatti nel 1985 con la raccolta di racconti Nfernu veru, due anni dopo seguito dal suo primo romanzo, Mery per sempre, storia d’un insegnante idealista alle prese con un gruppo di ragazzi problematici detenuti in un carcere minorile in Sicilia, tra cui spicca una giovane prostituta transessuale, con cui l’autore già manifesta apertamente la profonda influenza esercitatagli dalla poetica pasoliniana. A seguito del successo del libro, il regista Marco Risi ne realizza un film omonimo l’anno successivo con Michele Placido protagonista, a cui Grimaldi collaborò pure alla stesura della sceneggiatura (seppur non venendovi accreditato); nel 1990, a due anni di distanza dal primo, s’occuperà poi di redigere la sceneggiatura per il suo seguito Ragazzi fuori, sempre per la regia di Risi.

Dopo aver dato alle stampe altre sue prove letterarie, come i romanzi Le buttane (1989) e Storia di Enza (1991), Grimaldi decise di passare seriamente alla settima arte, esordendo alla regia con il film, da lui anche scritto, La discesa di Aclà a Floristella, presentato in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica del 1992. Ambientato nella Sicilia degli anni trenta, la pellicola narra del piccolo Aclà Rizzuto, caruso per la solfatara di Floristella, e del suo desiderio di fuggire dalla sua grama e difficilissima condizione.

Con il successivo La ribelle (1993), con protagonista una Penélope Cruz diciannovenne ed ancora poco conosciuta alle prese con un clima famigliare oppressivo ed arretrato, partecipò al Festival di Locarno, ma la consacrazione presso pubblico e critica avvenne soltanto l’anno successivo con Le buttane, liberamente tratto dal suo stesso romanzo, un ritratto colorito e disincantato delle tribolazioni d’un agguerrito gruppo di prostitute siciliane, presentato in concorso al Festival di Cannes del 1994 e che vinse il premio della critica al Festival di Rotterdam.

Fattosi dunque un nome all’interno dell’industria cinematografica italiana, i suoi sforzi artisti successivi saranno tutti rivolti ad un ideale trilogia “pasoliniana”, con i quali andrà poi a definire sempre più gli stilemi tipici del proprio fare cinema.

Il primo di questi, Nerolio (1996), è considerato dal Grimaldi il suo film più riuscito: girato interamente a Siracusa in appena 17 giorni, tratta d’un viaggio immaginario che Pasolini – nel film mai esplicitato, ma abilmente rievocato con la suggestiva figura d’un poeta senza nome – avrebbe potuto compiere in Sicilia, percorrendo in auto il tragitto che va da Messina alla stessa Siracusa tra molteplici avventure sessuali mercenarie intrattenute con altrettanti giovani. Il film fu rifiutato dal Festival di Venezia dal direttore Gillo Pontecorvo e dal suo consulente Vincenzo Cerami, a quanto pare per la sua caratterizzazione politicamente “scorretta” della sua figura, ma fu infine presentato al Festival di Locarno, dove, pur venendo malaccolto dalla critica nazionale, ebbe parole di stima da parte dei critici stranieri presenti al Festival.

Del 2009 è invece L’ultimo re, progetto proposto a Grimaldi dall’attrice e produttrice Isabella Russinova, una trasposizione della tragedia di Seneca Troades, che ebbe, da parte di Microcinema, una distribuzione minima, così come Il sangue è caldo di Bahia (2013), girato interamente a Salvador de Bahia con attori baiani e con i due giovani protagonisti esordienti, venendo presentato al Festival di Rotterdam del 2014 ma restando pressoché privo di distribuzione.

Nel 2014, Grimaldi si impegna nella produzione del film di Guendalina Zampagni Noi siamo Francesco, di cui è co-sceneggiatore e produttore. Durante il montaggio di questo film si installa per tre mesi con una mini troupe nell’isoletta di Alicudi per un documentario, da anni perseguito, sulla vita scolastica e non dei bambini e dei ragazzi dell’isoletta. Ne uscirà Alicudi nel vento, presentato al Festival di Taormina del 2015 e in diversi festival mediterranei e documentaristici.

Nel 2016, Grimaldi gira invece La divina Dolzedia, coadiuvato dall’attrice Guia Jelo. Il risultato è un film a basso costo, interamente girato a Catania. Il film è stato presentato al Festival di Taormina del 2017 e al Festival di São Paulo do Brazil.

Nel giugno del 2020 gira invece Il delitto Mattarella, trasposizione del suo stesso romanzo omonimo, una rivisitazione dell’agguato ed omicidio ordito dalla mafia nel 1980 ai danni dell’allora Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, che a causa della pandemia da COVID-19 viene proietato soltanto a partire dal luglio dello stesso anno.

Mai messa del tutto da parte la propria produzione letteraria, dopo molti anni, su proposta dell’editore del gruppo Castelvecchi Pietro D’Amore, esce nel 2013 il romanzo Malaspina (Elliot).

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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