TOMAS MILIAN. PROFILO

Tomas Milian, pseudonimo di Tomás Quintín Rodríguez, nasce a L’Avana, il 3 marzo 193 attore, sceneggiatore e cantante cubano con cittadinanza statunitense naturalizzato italiano dal 1959 (anno del suo debutto in Italia), noto soprattutto come protagonista di spaghetti western e poliziotteschi a cavallo tra gli anni sessanta e ottanta.

    In Italia, con l’inconfondibile voce prestatagli da Ferruccio Amendola, è spesso identificato con due personaggi. Il primo, Nico Giraldi, è un maresciallo (dal 1981 ispettore) di polizia, romano dai modi poco garbati, ma efficaci, che conosce bene gli ambienti malavitosi avendone fatto parte in gioventù col soprannome di “er Pirata”. Il secondo, Sergio Marazzi alias er Monnezza, è un ladruncolo romano.

    Il padre, Tomás, generale del regime di Gerardo Machado, viene arrestato in seguito al colpo di Stato di Fulgencio Batista; il 31 dicembre 1946 il tredicenne Tomás assistette al suicidio del padre e nel 1957 lasciò Cuba per gli Stati Uniti, dove ottenne la cittadinanza. Qui dapprima si iscrisse all’Università dell’Accademia Teatrale di Miami e poi si trasferì a New York, dove frequentò l’Actors Studio.

    Da qui i primi lavori teatrali a Broadway e nel 1957 la sua partecipazione alla serie televisiva statunitense Una donna poliziotto (Decoy). Alla fine degli anni cinquanta ebbe inizio la sua fortunata carriera italiana: arrivato in Italia con soli cinque dollari in tasca, partecipò nel 1959 al Festival di Spoleto: recitò una pantomima di Jean Cocteau e venne individuato e scelto dal regista Mauro Bolognini per il personaggio di un film che aveva intenzione di girare (La notte brava). Milian firma un contratto che lo lega alla Vides di Cristaldi e tra il 1960 e il 1966 recita in ruoli impegnati lavorando con registi come Alfredo Giannetti (Giorno per giorno, disperatamente), Luchino Visconti (Il lavoro, episodio del film Boccaccio ’70) e Florestano Vancini (La banda Casaroli). A questo periodo della sua carriera appartengono i ruoli interpretati insieme a Claudia Cardinale in opere quali Il bell’Antonio (sempre di Bolognini) e I delfini del 1960, Gli indifferenti del 1964 e Ruba al prossimo tuo del 1968 (tutti di Francesco Maselli).

    Contrariato dal doppiaggio, insoddisfatto dei ruoli e dei guadagni, non rinnova il contratto e tenta la strada del cinema popolare. Nel 1967, dopo il buon successo di The Bounty Killer, continuò con lo spaghetti-western, diventandone uno degli attori simbolo. Indimenticabili i suoi personaggi di “Cuchillo” (nel dittico La resa dei conti e Corri uomo corri, diretto da Sergio Sollima), e di “Chaco” (nell’iperviolento I quattro dell’apocalisse, diretto da Lucio Fulci).

    Il grande successo giunse negli anni Settanta, anche grazie all’eccellente doppiaggio di Ferruccio Amendola, con polizieschi all’italiana che la critica ufficiale ha sempre giudicato di scarsa qualità, ma che sono stati a poco a poco rivalutati e oggi sono diventati dei cult movie. Famoso il suo sodalizio con il regista Umberto Lenzi che lo ha diretto in molti polizieschi divenuti cult come La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide di Sergio Martino con Luc Merenda e Mel Ferrer, Roma a mano armata con Maurizio Merli, Il giustiziere sfida la città in cui interpreta un personaggio col nome di Rambo ben sette anni prima dell’omonimo impersonato da Stallone, Milano odia: la polizia non può sparare con Henry Silva e Ray Lovelock e infine La banda del gobbo. Nello stesso genere i successi li ebbe anche in Squadra volante e La banda del trucido di Stelvio Massi e nella serie di Nico Giraldi diretta da Bruno Corbucci.

    Si era dedicato anche alla commedia sexy all’italiana con pellicole quali 40 gradi all’ombra del lenzuolo, un film ad episodi di Sergio Martino in cui interpreta il primo sketch al fianco di Edwige Fenech, Uno contro l’altro, praticamente amici, con Renato Pozzetto e Anna Maria Rizzoli, e Messalina, Messalina!, queste ultime due dirette ancora da Bruno Corbucci.

    Nella sua filmografia ci sono anche due film a sfondo politico con Gian Maria Volonté: uno è Banditi a Milano di Carlo Lizzani e l’altro è Faccia a faccia, sempre di Sergio Sollima. I thriller più famosi girati da Tomas Milian furono invece Il consigliori di Alberto De Martino con Martin Balsam, La vittima designata di Maurizio Lucidi e I cannibali di Liliana Cavani, entrambi interpretati al fianco di Pierre Clémenti.

    Dopo essere tornato agli impegni drammatici iniziali con La Luna (1979) di Bertolucci e Identificazione di una donna (1982) di Antonioni, il declino del genere poliziesco sembrò coincidere con quello della sua carriera, ma dopo un periodo di scarse apparizioni in pellicole non certo indimenticabili all’inizio degli anni novanta tornò negli Stati Uniti stabilendosi a Miami Beach, in Florida, per partecipare, sia pure per parti minori, a film diretti da noti registi americani come Tony Scott, Sydney Pollack, Oliver Stone, Steven Spielberg, Steven Soderbergh, Andy García e in varie produzioni teatrali e televisive, tra cui la sit-com Frannie’s Turn, naufragata tuttavia dopo una mezza dozzina di puntate per mancanza di audience.

    Sempre per il grande schermo, Milian lavora inoltre con il cineasta messicano Alfredo De Villa (Washington Heights, 2002; Fugly!, 2014) e con quello peruviano Luis Llosa, vestendo per quest’ultimo i panni del dittatore dominicano Rafael Leónidas Trujillo in La fiesta del chivo (2005), tratto dall’omonimo romanzo di Mario Vargas Llosa, cugino del regista.

    Dopo un’assenza di vent’anni, nel 2010 è tornato in Italia per girare il film Roma nuda diretto da Giuseppe Ferrara, dove interpreta il ruolo di un funzionario di polizia in pensione. Il film è tuttora inedito per problemi distributivi, nonostante la fase di post-produzione sia terminata l’anno successivo. Durante una sua intervista registrata per l’occasione per il programma Rai Da Da Da, ha dichiarato che alla sua morte vorrà essere sepolto sotto la terra di Roma, città che ha regalato all’artista una notorietà inossidabile nonostante i tanti anni di silenzio artistico.

    Dopo essere stato testimone alle nozze di Éva Henger e Massimiliano Caroletti, rispettivamente attrice e produttore di Roma nuda, avvenute il 14 aprile 2013, nel 2014 è protagonista del documentario The Cuban Hamlet – Storia di Tomas Milian diretto da Giuseppe Sansonna, in cui l’attore ritorna dopo 58 anni nella sua Cuba, lasciata nel 1956, intervistato sull’onda dei ricordi e delle emozioni provocategli dal suo rientro alla natìa L’Avana. L’8 ottobre dello stesso anno, dopo una lunga gestazione, esce la sua autobiografia Monnezza amore mio, scritta con la collaborazione di Manlio Gomarasca. Una settimana dopo riceve il Marc’Aurelio Acting Award alla carriera alla Festa del Cinema di Roma.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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