NASCITA DELLA BANDIERA SICILIANA

La bandiera della Sicilia è la bandiera ufficiale della Regione Siciliana. La bandiera, le cui origini risalgono al XIII secolo, è stata adottata ufficialmente, su proposta dell’allora presidente dell’ARS Nicolò Cristaldi, con la legge regionale 4 gennaio 2000 n. 1 e viene esposta in tutti gli edifici pubblici siciliani.

Famoso simbolo di quella lotta divenne il termine «Antudo!», una parola d’ordine usata dagli esponenti della rivolta. Antudo è l’acronimo per le parole latine “Animus Tuus Dominus” e che vuol dire “il coraggio è il tuo Signore”. Il 3 aprile 1282 veniva adottata la bandiera giallo-rossa, con al centro la Triscele e che diverrà il vessillo di Sicilia. La bandiera venne formata dal giallo di Corleone e dal rosso di Palermo a seguito di un atto di confederazione stipulato da 29 rappresentanti delle due città. Antudo fu scritto anche nel vessillo.

    La triscele, comunemente chiamata anche trinacria, è lo storico simbolo della Sicilia. Si tratta della raffigurazione di un essere con tre gambe (dal greco τρισκελής appunto). È un simbolo di origine indo-aria, e ha una storia articolata e complessa; essa è similare a simboli di altre civiltà antiche come i Celti, e di diverse aree geografiche del pianeta, dal centro America, alla Mesopotamia e all’India.

    Dopo il ritrovamento di una triscele nella zona di Agrigento, a Palma di Montechiaro, sarebbe da accreditare in particolare l’ipotesi dell’origine minoica delle prime civiltà sull’isola, a conferma di quanto racconta Omero, e cioè che Minosse, partito da Cnosso all’inseguimento di Dedalo, sbarcò in Sicilia. Questa Triscele di terracotta è conservata presso il Museo Archeologico di Agrigento.

    L’altro simbolo della bandiera intersecato con la triscele è il gorgoneion, ovvero la testa della Gòrgone (comunemente chiamata Medusa), i cui capelli erano serpenti.

    Altra versione della testa è quella di una donna dalla quale spuntano delle ali che simboleggiano il trascorrere del tempo, contornata da serpenti per indicare la saggezza. Furono poi aggiunte le spighe di grano dai Romani, sia come simbolo di fertilità sia perché la Sicilia infatti fu la prima provincia e “granaio” di Roma.

    La bandiera venne utilizzata per la prima volta nel 1282 nella Rivoluzione del Vespro dai siciliani, volendo simboleggiare l’unità della Sicilia nello scacciare gli Angioini.

    Il significato dei colori, posizionati in ordine inverso rispetto alla odierna bandiera della Regione Siciliana, simboleggerebbe l’unione dei colori comunali di Palermo (capofila nelle ribellioni) e Corleone (in ordine, rosso e giallo), unitisi per primi nella rivoluzione che vedeva i Siciliani fronteggiare gli Angioini. Palermo era la capitale sin dal tempo dell’Emirato di Sicilia, mentre Corleone era importante centro agricolo e civile dell’entroterra di Sicilia.

    Nel 1296, con l’ascesa di Federico III, sul trono di Sicilia, viene introdotta quella che sarà la bandiera del Regno di Sicilia fino al 1816. Il vessillo si presenta con una inquartatura in decusse, ovvero in croce di Sant’Andrea: al 1° e al 4° quarto sono poste le barre d’Aragona, mentre, al 2° e al 3° quarto, campeggiano, affrontate o rivolte verso il pennone, le aquile di Svevia-Sicilia.

    Nella rivoluzione del 1848, precisamente il 27 maggio, la Trinacria, posta al centro del tricolore italiano, fu adottata quale simbolo dell’isola dal Parlamento siciliano:

«Il Parlamento decreta: Che da qui innanzi lo stemma della Sicilia sia il segno della Trinacria senza leggenda di sorta. Fatto e deliberato in Palermo li 28 marzo 1848.»

    La triscele fu usata anche sull’elmetto della Guardia nazionale siciliana tra il 1848 ed il 1849. Lo stesso simbolo fu poi riutilizzato dai comitati rivoluzionari, ed in seguito dalle amministrazioni dell’isola nel 1860 sotto l’amministrazione di Garibaldi, durante la spedizione dei Mille.

    Nel 1944 il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia adottò una bandiera a strisce giallo e rosse con la triscele, come simbolo del separatismo siciliano.

Redazione – ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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