JESUS FRANCO L’INVISIBILE

Il cinema di Jesus Franco è un catalogo imprendibile, mai definitivo, di titoli. É difficile da consultare, quasi invisibile. Raramente i suoi film passano in televisione (avrebbero guai seri a essere trasmessi in versione integrale!).

    Eppure Franco ha realizzato oltre 150 film in più di trent’anni di lavoro, sguazzando continuamente nei territori dell’horror e del sesso per tessere una rete intricata di rimandi e citazioni, per compiere un viaggio infinito all’interno del cinema – suo da saccheggiare altrove – nel corso del quale rimettersi in gioco, truccare i nomi, affrontare continue avventure in qualunque posto del mondo. Ha iniziato a fare film alla fine degli anni Cinquanta, cortometraggi a carattere documentario in Spagna, dove è nato nel 1930, a Madrid, proveniente da una famiglia di artisti, bene presto a contatto con le magie del cinema. Laureato in giurisprudenza, non ha mai praticato quella professione. Bensì, ha cominciato presto a scrivere romanzi horror o western, a studiare jazz al Conservatorio, a frequentare la Escuela de Cine e poi per un po’ di tempo l’I.D.H.E.C. di Parigi divorando immagini su immagini.

    E all’inizio degli anni Sessanta alcuni personaggi già inventati per la pagina scritta vengono trasferiti sul set, prendono corpo nei deliri visivi ideati da questo spagnolo vagabondo. Su tutti trova spazio il personaggio del dottor Orloff, protagonista di una serie di film (cinque, quattro dei quali interpretati dallo stesso attore, Howard Vernon) che mischiano l’orrore, la fantascienza medica, il gusto per la pornografia. Franco fa riferimento a un suo romanzo (scritto con lo pseudonimo di David Kuhne, uno dei venticinque falsi nomi usati nella sua sterminata carriera) e porta sullo schermo Orloff per la prima volta in Il diabolico dottor Satana (1961, co-produzione Spagna-Francia). Iniziava la variazione intorno a un tema. Orloff è spinto da un impulso irrefrenabile: svuota del loro sangue alcune giovani donne e cerca di trapiantare la loro pelle sul volto sfigurato della figlia, assistito in queste sue operazioni dal gobbo cieco Morpho. Franco insiste su particolari raccapriccianti ma crea anche una tensione che si manifesta a partire dal vuoto di ampi spazi in cui improvvisamente piombano corpi nascosti nella penombra o nel buio della notte, in una scansione ben ritmata dei tempi della tensione.

    Si avvia così la sua filmografia, che lo vedrà anche assistente di Orson Welles (che lo sceglie come regista della seconda unità per Falstaff, 1964-66) e nel 1992 curatore del montaggio di uno dei film mai finiti di Welles, lo sterminato Don Chisciotte.

    I nomi e i riferimenti si inseguono. Prima di lasciare la Spagna in esilio volontario a causa dei sempre più pressanti problemi con la censura, Franco fece due film con Eddie Constantine, nel 1966: James Clint sfida Interpol e Les mignonnes. E poi finì in Italia. In Germania, il suo film Sex Charade del 1970 fu prodotto in Liechtenstein, lavorò con grandi attori lontani dai circuiti produttivi più richiesti quali Christopher Lee, Klaus Kinski, Jack Palance, George Sanders, Herbert Lom. E quando decise di avvicinarsi a un soggetto sempre amato, la Justine del marchese de Sade, fu un fallimento. La produzione impose come attrice Romina Power (!). “Dovetti cambiare sceneggiatura per trasformarla nel racconto delle avventure di una bambina idiota che si perde nel bosco del terrore”, ricorda il regista. Che riprese a confrontarsi con le estetiche del cinema in una gran quantità di film degli anni Settanta che riscrivevano modelli commerciali significativi, meglio se a contatto con il genere privilegiato dell’horror , dal gore al vampirismo fino agli aspetti deliranti di Dracula contro Frankenstein (1971), commedia e fantastico con effetti necrofili e splatter.

    A questa sarabanda di immagini, spesso oggetto di rimontaggio, Jesus Franco contribuì anche in qualità di attore, mostrandosi sullo schermo in ruoli diversi con i quali giocare, dal musicista di Il diabolico dottor Satana all’inquietante cattivo Il conte Dracula (1969) al deforme Morpho di La maldicion de Frankenstein (1972), fino all’assassino seriale fra esaltazioni mistiche e pretese letterarie di Le viziose (1979) (L’èventreur de Notre-Dame).

    L’ultimo film di Franco è Revenge of the Alligator Ladies, del 2013.  Ma questo incredibile artigiano del cinema ci lascia nello stesso anno e subito dopo aver completato il film. Ma e sue ossessioni di sempre vivranno nella suo opera, c’è da crederci.

GALLERIA FOTO