DAVID NIVEN. PROFILO

James David Graham Niven nasce a Londra, il 1º marzo 1910, attore, romanziere e memorialista britannico. Dopo che il Regno Unito ebbe dichiarato guerra alla Germania nel 1939, Niven fece ritorno in patria ed si arruolò nuovamente. Egli fu l’unico tra le star inglesi di Hollywood a rientrare, nonostante l’ambasciata britannica a Washington lo invitasse a rimanere in America.

    Niven lavorò anche con l’Army Film and Photographic Unit. Il suo lavoro includeva una piccola parte nell’operazione di inganno che usò l’interpretazione di M. E. Clifton James per impersonare il generale Sir Bernard Montgomery. Durante il suo lavoro con l’AFPU, Peter Ustinov, uno degli sceneggiatori, dovette posare come battitore di Niven. Nella sua autobiografia spiegò che tra loro non c’era un modo militare di lavorare anche se lui era un tenente, e Ustinov, un suo subordinato. Ustinov comparve poi con Niven in Death on the Nile (1978).

Recitò in due film di guerra non formalmente associati con l’AFPU, ma entrambi realizzati con una ferma visione di ottenere il sostegno per lo sforzo bellico britannico, soprattutto negli Stati Uniti. Questi furono Il primo dei pochi (1942), diretto da Leslie Howard, e La via della gloria (1944), diretto da Carol Reed e interpretato anche da Peter Ustinov.

    Niven riprese la sua carriera cinematografica mentre era ancora in Inghilterra, interpretando il ruolo principale in Scala al paradiso (1946), diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger. Il film venne acclamato dalla critica, fu popolare in Inghilterra e fu proiettato in occasione della prima Royal Film Performance.

    Dopo il ritorno ad Hollywood, Goldwyn affidò a Niven il ruolo di Aaron Burr in La magnifica bambola (1946), al fianco di Ginger Rogers. L’attore tornò al fianco di Loretta Young in Un matrimonio ideale (1947) e in La moglie del vescovo (1947), quest’ultimo interpretato anche da Cary Grant. Tornò in Inghilterra quando Goldwyn lo prestò ad Alexander Korda per interpretare il ruolo del protagonista nel film in costume Carlo di Scozia (1948). Tornato a Hollywood, Niven recitò nel romantico Fuga nel tempo (1948), quindi recitò al fianco di Shirley Temple nella commedia Bella e bugiarda (1949). Nessuno di questi ultimi film ebbe successo al botteghino e la carriera di Niven ne risentì.

    Tornò in Gran Bretagna per interpretare il ruolo del protagonista in L’inafferrabile Primula Rossa (1950), diretto da Powell e Pressburger, che doveva essere finanziato da Korda e Goldwyn. Goldwyn si ritirò e il film non comparve negli Stati Uniti per tre anni. Niven ebbe un lungo e contrastato rapporto professionale con Goldwyn, che lo aveva avviato alla carriera di attore, ma la disputa su L’inafferrabile Primula Rossa e le maggiori richieste economiche di Niven, portarono ad un lungo allontanamento tra i due negli anni Cinquanta.

    Niven decise di tentare di affermarsi a Broadway, recitando al fianco di Gloria Swanson nella commedia Nina (1951-52), che ebbe solo 45 repliche. Il regista Otto Preminger, che aveva assistito a una rappresentazione, decise di far interpretare a Niven la versione cinematografica della commedia The Moon Is Blue. Il film, intitolato La vergine sotto il tetto (1953), ebbe grande successo ed è ricordato per le controversie che accompagnarono la sua uscita nelle sale a causa di riferimenti e sottintesi sessuali considerati audaci per l’epoca. Per il suo ruolo, Niven vinse un Golden Globe.

    Niven lavorò nuovamente in Inghilterra, interpretando il film commedia L’idolo (1954), il dramma Per una questione di principio (1954), che gli valse una candidatura al BAFTA come miglior attore e L’eredità di un uomo tranquillo (1954), una commedia con Yvonne De Carlo. Tornò a Hollywood per interpretare un ruolo da cattivo in un film di cappa e spada per la MGM Il ladro del re (1955), e per la commedia Le tre notti di Eva (1956), al fianco di Mitzi Gaynor.

    La fortuna professionale di Niven fu riconquistata grazie al ruolo di Phileas Fogg in Il giro del mondo in 80 giorni (1956), prodotto da Mike Todd e diretto da Michael Anderson. Il film ebbe un grande successo internazionale al botteghino e rilanciò la carriera dell’attore, che apparve successivamente nelle commedie Le donne hanno sempre ragione (1957), La capannina (1957) e L’impareggiabile Godfrey (1957), e in Buongiorno tristezza (1958), nuovamente diretto da Otto Preminger.

    Niven è l’unico artista vincitore di un premio Oscar a una cerimonia di premiazione che stava anche presentando. Alla sua prima e unica candidatura, nel 1958 conquistò l’Oscar al miglior attore per il ruolo del maggiore Pollock in Tavole separate, tratto dall’omonimo testo teatrale di Terence Rattigan. Con un’apparizione nel film di soli 23 minuti, quella di Niven fu la più breve performance premiata con un Oscar come miglior attore, fino a quando Anthony Hopkins vinse il premio per la sua interpretazione nel film Il silenzio degli innocenti (1991), con un’apparizione di poco più di 16 minuti. Niven fu anche co-conduttore delle cerimonie n° 30, 31 e 46 degli Academy Award.

    Dopo la conquista dell’Oscar, la carriera di Niven continuò a prosperare. Nel 1959, divenne il conduttore di un suo show televisivo personale, il David Niven Show, che durò 13 puntate. Chiuse quindi il decennio del suo rilancio, interpretando il ruolo principale in alcuni film commedia, tra cui Tutte le ragazze lo sanno (1959), con Shirley MacLaine, Divieto d’amore (1959) con Mitzi Gaynor, e Non mangiate le margherite (1960) con Doris Day. Negli anni Sessanta la sua popolarità fu legata a numerosi film bellici e d’azione, tra i quali I cannoni di Navarone (1961), I due nemici (1961), La città prigioniera (1962), L’attimo della violenza (1962) e 55 giorni a Pechino (1963), quest’ultimo accanto a Charlton Heston e Ava Gardner.

    Niven tornò al genere brillante con il ruolo di di Sir Charles Lytton in La Pantera Rosa (1963) di Blake Edwards, che fu un grande successo al botteghino. Meno riuscita fu invece la commedia I due seduttori (1964), accanto a Marlon Brando. Nel 1965 recitò in due pellicole per la MGM, Lady L, diretto da Peter Ustinov e interpretato al fianco di Paul Newman e Sophia Loren, e A caccia di spie, commedia di spionaggio in cui interpretò un medico divenuto agente segreto. Dopo l’horror Cerimonia per un delitto (1966), Niven apparve come protagonista in James Bond 007 – Casino Royale (1967), una riuscita parodia della celebre saga di spionaggio. Secondo il produttore Charles K. Feldman, lo scrittore Ian Fleming aveva scritto il libro da cui il film fu tratto, modellando il personaggio di James Bond pensando a Niven come incarnazione del popolare agente segreto.

    Sul finire del decennio, Niven apparve ancora in alcune commedie come Prudenza e la pillola (1968), Gli anni impossibili (1968) e Il cervello (1969), accanto a Bourvil e Jean-Paul Belmondo, commedia che ebbe un enorme successo di botteghino in Francia. Tornò al dramma bellico con Prima che venga l’inverno (1969), quindi nuovamente alla commedia con La statua (1971) di Rod Amateau, in cui recitò accanto a Virna Lisi. Nel 1972 affianca Gina Lollobrigida nel poco riuscto Un ospite gradito… per mia moglie di Jerzy Skolimowski (1972).

    Niven si affermò anche alla televisione americana, per la quale fondò la società di produzione “Four Star Television” insieme con i colleghi Dick Powell, Ida Lupino e Charles Boyer. Già produttore di diverse serie antologiche come Four Star Playhouse (1952-1956), in molte delle quali apparve personalmente, negli anni Sessanta l’attore fu protagonista della serie Gli inafferrabili (1964-1965), accanto a Boyer, Gig Young e Robert Coote, telefilm che vinse il Golden Globe come miglior serie televisiva del 1964. Il personaggio di Alexander “Alec” Fleming, appartenente a una famiglia di eleganti ladri e truffatori, fu l’unico ruolo ricorrente di Niven sul piccolo schermo.

    Niven continuò a essere richiesto durante tutti gli anni Settanta. Apparve in due produzioni della Disney, La gang della spider rossa (1976) e Una ragazza, un maggiordomo e una lady (1977), entrambi diretti da Norman Tokar. Nel 1976 fu tra i protagonisti della commedia gialla Invito a cena con delitto, in cui impersonò l’investigatore Dick Charles, mentre nel 1978 interpretò il ruolo del colonnello Race in Assassinio sul Nilo, accanto a Peter Ustinov nel ruolo di Hercule Poirot.

    Nel 1974, mentre stava presentando la 46ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar, fu protagonista di un episodio di streaking, quando un uomo nudo apparve dietro di lui, attraversando di corsa il palcoscenico. Niven commentò: «Non è affascinante pensare che probabilmente l’unica risata che l’uomo otterrà mai nella sua vita è spogliarsi e mostrare di non essere all’altezza?».

    Alla fine del decennio apparve ancora nella commedia poliziesca Rapina in Berkeley Square (1979), e nell’avventura bellica Amici e nemici (1979), cui seguirono Taglio di diamanti (1980) e L’oca selvaggia colpisce ancora (1980), un film d’avventura in cui ebbe come partner Gregory Peck e Roger Moore. Il suo ultimo ruolo di rilievo fu nella commedia Profumo di mare (1982), mentre apparve ancora in due occasioni sullo schermo, riprendendo il ruolo di Sir Charles Lytton in Sulle orme della Pantera Rosa (1982) e Pantera Rosa – Il mistero Clouseau (1983), che furono girati contemporaneamente. In entrambi i “cameo”, Niven manifestò difficoltà nell’eloquio che rendevano la sua voce impercettibile, per cui dovette essere doppiato dall’imitatore Rich Little.

    Già dal 1980, Niven iniziò a manifestare stanchezza, debolezza muscolare e disturbi della voce. Quando nel 1981 apparve ai talk show di Michael Parkinson e Merv Griffin, le sue difficoltà nell’esprimersi allarmarono gli spettatori, che si chiesero se Niven avesse bevuto o fosse stato colpito da un ictus. Nello stesso anno gli fu poi diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica. La sua ultima apparizione come ospite a Hollywood fu a una cerimonia di tributo a Fred Astaire dell’American Film Institute.

    Nel febbraio 1983, usando un nome falso per evitare pubblicità, fu ricoverato in ospedale per dieci giorni, ufficialmente per un problema digestivo. In seguito, tornò al suo chalet di Château-d’Œx e le sue condizioni continuarono a peggiorare, ma egli si rifiutò di tornare in ospedale, sostenuto nella decisione dalla sua famiglia. Morì nel suo chalet il 29 luglio 1983, all’età di 73 anni, e fu sepolto nel cimitero di Château-d’Œx.

Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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