PETER USTINOV

Sir Peter Ustinov, (Londra, 16 aprile 1921 – Genolier, 28 marzo 2004) attore, regista, sceneggiatore, produttore e scrittore britannico. Ustinov svolse il servizio militare come soldato semplice durante la seconda guerra mondiale, durante la quale fece alcuni film di propaganda con attori come David Niven e cominciò a scrivere.

    Il suo primo grande successo fu nel 1951 con The Love of Four Colonels. La sua carriera come drammaturgo continuò di pari passo a quella di attore, nella quale il suo ruolo più famoso è stato in Romanoff e Giulietta nel 1956. Tra i suoi ruoli ci sono l’imperatore Nerone in Quo vadis (1951), il capitano Vere in Billy Budd (1962), Lentulus Batiatus in Spartacus (1960), un anziano sopravvissuto in un futuro totalitario in La fuga di Logan (1976) e l’investigatore belga Hercule Poirot in diversi film tra cui Assassinio sul Nilo (1978) e Delitto sotto il sole (1982). Lavorò a diversi film anche come sceneggiatore e occasionalmente come regista, tra cui La via della gloria (1944), School For Secrets (1946), Milioni che scottano (1968) e Memed My Hawk (1984).

    Vinse due premi Oscar come miglior attore non protagonista per Spartacus nel 1961 e Topkapi nel 1965. Vinse anche un Golden Globe (mise le statuette sulla sua scrivania come in un doppio di tennis, sport che amò per tutta la vita, insieme con la navigazione).

    Tra il 1952 e il 1955, Ustinov recitò insieme con Peter Jones nella famosa commedia radiofonica della BBC In all Directions. La trasmissione presentava Ustinov e Jones a interpretare loro stessi in un’automobile a Londra sempre in cerca di Copthorne Avenue. La commedia viveva grazie ai personaggi che incontravano lungo la strada, spesso interpretati da loro. La trasmissione era inusuale per il periodo ed era più improvvisata che scritta. Ustinov e Jones improvvisavano su un nastro che poi era modificato per essere trasmesso da Frank Muir e Denis Norden, che a volte prendevano parte alla commedia. Forse i personaggi più amati erano Morris e Dudley Grosvenor, due stupidi trafficoni dell’East End di Londra le cui gag terminavano sempre con la frase “Run for it, Morry” (o Dudley). Di questa trasmissione non è rimasta alcuna registrazione.

    La sua autobiografia Dear Me del 1977, che ricevette critiche positive, descrive la sua vita (apparentemente la sua infanzia) sotto le domande del suo stesso ego. Intraprese anche una carriera di scrittore, pubblicando fra i vari romanzi e racconti, soprattutto per bambini, La controspia e Non chiamatelo naso, editi in Italia da Mondadori nel 1990.

Nell’ultima parte della sua vita, dal 1969 alla sua morte, la recitazione e la scrittura scesero in secondo piano rispetto al suo lavoro di ambasciatore dell’UNICEF, per la quale raccoglieva anche fondi. In questo ruolo si è occupato dei bambini più bisognosi, usando le sue capacità per rallegrare chiunque. Il direttore esecutivo dell’UNICEF Carol Bellamy disse: «Peter poteva far ridere chiunque, il suo monologo in tedesco è la cosa più divertente che io abbia mai visto, e io non so una parola di tedesco.»

    Il pubblico britannico lo ha conosciuto prevalentemente come ospite di talk show, un ruolo per cui era idealmente adatto. Il suo eclettico retroterra culturale gli rese possibile criticare con umorismo il tipo britannico. Negli ultimi anni di vita si cimentò in qualche monologo teatrale, lasciando libero sfogo alle proprie doti di narratore. Raccontò la storia della propria vita e dei suoi frequenti “allontanamenti dalla società britannica” (come ad esempio quando, durante un esame, gli fu chiesto di citare il nome di un compositore russo. Egli nominò Rimskij-Korsakov, ma venne considerato un errore, dato che il compositore di cui si era parlato in classe era stato Pëtr Il’ič Čajkovskij; gli fu detto anche in tale occasione di non fare l’esibizionista).

Parlava inglese, francese, tedesco, italiano, russo, spagnolo fluentemente, e anche un po’ di turco e greco moderno. La sua predisposizione per le lingue gli consentì di doppiare il Principe Giovanni in Robin Hood sia in inglese sia in tedesco.

    Alla fine degli anni Sessanta divenne cittadino svizzero per eludere il sistema fiscale britannico che tassava i guadagni dei personaggi più ricchi con aliquote fino al 90%. Malgrado ciò fu nominato baronetto nel 1990 e fu insignito del titolo di Cancelliere della University of Durham nel 1992, essendo già stato in precedenza il rettore della University of Dundee alla fine degli anni settanta (un ruolo che lo portò a essere da meramente rappresentativo a politicamente attivo, negoziando con il movimento studentesco).

    Ustinov morì il 28 marzo 2004 per insufficienza cardiaca nella clinica svizzera di Genolier, vicino alla sua casa di Bursins, nel cantone di Vaud. Fu talmente rispettato come ambasciatore dell’UNICEF che il direttore esecutivo dell’agenzia stessa, Carol Bellamy, parlò al suo funerale in rappresentanza del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.

    Dopo i funerali, la salma di Ustinov è stata inumata presso il cimitero di Bursins, nel Canton Vaud, Distretto di Nyon (Svizzera).

Redazione – ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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