JULIE CHRISTIE

Julie Frances Christie (Chabua, 14 aprile 1940), attrice britannica. Tra le migliori attrici della sua generazione, è stata candidata 4 volte ai Premi Oscar come miglior attrice protagonista per Darling (1965), I compari (1971), Afterglow (1997) e Away from Her – Lontano da lei (2006). Ha inoltre vinto un Golden Globe, a fronte di 3 candidature, e un Premio BAFTA, a fronte di 7 candidature.

    Esordisce sul grande schermo con una piccola parte in Julie, perché non vuoi? (1962) di Ken Annakin, ma la sua prima importante apparizione cinematografica è nel ruolo di Liz, l’amica e il futuro amore dell’eponimo Billy il bugiardo interpretato da Tom Courtenay, diretto nel 1963 da John Schlesinger; il regista la scelse dopo che un’altra attrice aveva abbandonato il ruolo in tale film, e due anni più tardi affidò alla Christie il ruolo che l’ha resa celebre definitivamente, quello di Diana Scott, la modella amorale del film Darling (1965), al fianco di Laurence Harvey e Dirk Bogarde. L’interpretazione in questo film le ha consentito di vincere il premio Oscar alla miglior attrice nel 1966.

    Nello stesso anno la Christie è apparsa nel ruolo di Lara Antipova ne Il dottor Živago (1965) di David Lean, adattamento dell’omonimo romanzo di Boris Pasternak, film di genere melodrammatico che sarà tra i massimi successi di sempre al box office. Successivamente ha interpretato la parte di Dasily Battles in Il magnifico irlandese (1965) di Jack Cardiff, accanto a Rod Taylor, e il ruolo di Bathsheba Everdene, eroina del film Via dalla pazza folla (1967), nuovamente per la regia di Schlesinger, accanto ad Alan Bates, con il quale reciterà anche in Messaggero d’amore (1971) di Joseph Losey. Nel 1966, subentrando alla prevista Tippi Hedren, viene diretta da François Truffaut in Fahrenheit 451, accanto a Oskar Werner.

    Trasferitasi a Hollywood all’inizio degli anni settanta, ha recitato in film come I compari (1971) di Robert Altman (che le valse la seconda nomination all’Oscar come miglior attrice), A Venezia… un dicembre rosso shocking (1973) di Nicolas Roeg, con Donald Sutherland, Shampoo (1975) di Hal Ashby e Nashville (1975), il classico di Robert Altman in cui vi è un suo cameo nel ruolo di se stessa. Altro film da ricordare è Il paradiso può attendere (1978), al fianco di Warren Beatty, con il quale la Christie ha avuto una relazione a intermittenza durante il decennio e che la descrisse come «Una delle persone più belle e allo stesso tempo più nervose che io abbia mai conosciuto». Alla fine della relazione si trasferisce in Inghilterra, in una fattoria nel Galles, sebbene al culmine della sua fama, negli anni ottanta è apparsa sugli schermi con sempre minor frequenza. In quel periodo si distingue, tuttavia, per la sua partecipazione ai film Prigioniero del passato (1982) di Alan Bridges, ove affianca Ann-Margret, Glenda Jackson ed ancora una volta Alan Bates, e Calore e polvere (1983) di James Ivory. Viene poi scelta per interpretare un ruolo rilevante nel film Potere (1986) di Sidney Lumet, ma rinuncia più volte a ruoli e apparizioni in produzioni ad ampio budget. Sin dagli inizi, dopotutto, aveva rifiutato parti in film come Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), Anna dei mille giorni (1969) e Il magnate greco (1978). Le è stato anche proposto di interpretare il ruolo principale femminile al fianco di Richard Gere nel film American Gigolò (1980), ma quando Gere ha rifiutato la parte a favore di John Travolta, ha abbandonato il progetto. In seguito Gere decise di interpretare il film ma la parte di protagonista femminile fu definitivamente affidata a Lauren Hutton.

    Negli anni Novanta Julie Christie ha indossato i panni di Gertrude in Hamlet (1996) di Kenneth Branagh. Nonostante la sua bravura, è stata la prima ed ultima volta in cui interpreterà un’opera di William Shakespeare. In seguito ha interpretato la parte della moglie infelice nel dramma domestico Afterglow (1997) di Alan Rudolph, che le è valso gli apprezzamenti della critica, facendole, altresì, guadagnare la terza candidatura al Premio Oscar. Malgrado il successo, l’attrice ha continuato a dosare i propri impegni, comparendo solo in piccoli ruoli, in film inglesi e americani.

    L’ultimo ritratto femminile dell’attrice è stato in Away from Her – Lontano da lei (2006), un film che racconta la storia di una coppia canadese, dove la moglie, dopo quarant’anni di matrimonio, viene colpita da una grave forma di alzheimer. Basato sul racconto breve di Alice Munro, The Bear Came Over the Mountain, è stato il primo film diretto dalla giovane attrice Sarah Polley, amica dell’attrice.

    La Christie ha fatto una breve apparizione nel terzo film di Harry Potter, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), nel ruolo di Madama Rosmerta. Lo stesso anno è apparsa in altri due film di alto profilo: Troy di Wolfgang Petersen, nel ruolo di Teti, madre di Achille, e Neverland – Un sogno per la vita di Marc Forster, in cui era la madre di Kate Winslet. Nel 2011 è tornata sul grande schermo grazie all’horror gotico Cappuccetto rosso sangue, diretta da Catherine Hardwicke, mentre nel 2012 ha recitato una parte minore nel film La regola del silenzio – The Company You Keep di Robert Redford.

Redazione – ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema

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