IL CINEMA FRANCESE ATTRAVERSO I FILM
Il cinema – si sa – è nato in Francia e lì si sono anticipate le sue linee di sviluppo, quella della riproduzione (Lumière) e quella dell’immaginazione (Méliès), ora separate ora originalmente interferenti.
Il cinema – si sa – è nato in Francia e lì si sono anticipate le sue linee di sviluppo, quella della riproduzione (Lumière) e quella dell’immaginazione (Méliès), ora separate ora originalmente interferenti.
Il cinema americano classico, la cosiddetta “età dell’oro di Hollywood”, ha avuto un impatto enorme sulla vita sociale e culturale del Novecento. Dalle star americane intere generazioni hanno imparato come pettinarsi, come baciare, come fumare.
Da Coppola a Martin Scorsese, da Steven Spielberg a George Lucas, dai fratelli Coen a Tarantino e Wes Anderson. Un percorso attraverso le trasformazioni, i protagonisti, i film – come Taxi Driver, Le iene, La 25 ora, Eyes Wide Shut, Matrix – che individua le questioni chiave del cinema americano contemporaneo, dalla fine degli anni Sessanta ai giorni nostri.
II cinema asiatico, e in particolare quello dell’Estremo oriente, ha conquistato in questi ultimi trent’anni un posto di primo piano anche sugli schermi occidentali, rivelando una ricchezza non inferiore a quella del cinema europeo e americano.
La storia del cinema italiano è una storia di storie che, in più momenti, ha orientato e modificato il corso del cinema mondiale e che oggi va studiata collocandola all’interno di un campo di forze internazionali. Una storia che ha cambiato in maniera profonda i modi narrativi, stilistici, espressivi e produttivi di molte cinematografie e da affrontare in una nuova ottica comparatistica, potendo contare su fonti filmiche e sulla loro facile accessibilità in una misura inimmaginabile solo qualche anno fa.
Il Manuale del film è divenuto negli anni un punto di riferimento per l’insegnamento del linguaggio cinematografico nei corsi universitari e una guida per tutti coloro che, amando il cinema, cercano con i film un rapporto che vada di là della loro semplice visione.
A ragione gli studiosi sostengono che non esiste una storia del cinema, ma tante storie. Tuttavia, in questo libro – destinato tanto a studenti universitari quanto ad appassionati – la storia del cinema non è presentata come un concentrato di tutto ciò che è stato detto o studiato sull’argomento.
Dai primi film dei Lumière ai capolavori dei giorni nostri, passando per l’indimenticabile stagione del muto, le esperienze russe, le inquietudini dell’espressionismo tedesco, la Hollywood degli anni d’oro e la rivoluzione del neorealismo.
In questo saggio illustrato si perlustra il tema del tempo che innerva il cinema di Bergman e in particolare quattro film cruciali: Il posto delle fragole, Il settimo sigillo, Il volto, L’ora del lupo. Da tale angolazione critico-teorica, nella riproduzione ossessiva dell’epopea quotidiana, gli individui che il regista rappresenta appaiono scissi tra il proprio io interiore e il mondo esterno, tra la maschera e il desiderio.La loro inettitudine a vivere si rovescia nell’interrogazione costante sul senso del tempo nel momento stesso in cui essi vivono, in una sorta di messa in abisso tra il sé sociale e la coscienza.
“A uno dei suoi temi più cari, l’autore torna in questo libro fitto, incalzante, agile e preciso che circoscrive la materia da trattare a una città, Acireale, a un luogo che spesso ha fornito i suoi scenari naturali a film di vario tipo in epoche diverse e a uomini e donne che, a vario titolo, in veste di registi, attori, imprenditori, tecnici, fotografi, documentaristi, teorici, hanno svolto un ruolo spesso eminente… abitualmente di sicuro pregio e degno di non essere cancellato da una memoria che non di rado anche nel cinema è di breve durata e commette ingiustizie imperdonabili e preliminari a un peccato di rimozione” (dall’introduzione di Mino Argentieri)