FABIO GRASSADONIA E ANTONIO PIAZZA: IL NUOVO CORSO DELLA REGIA SICILIANA

Fabio Grassadonia (Palermo, 8 giugno 1968) e Antonio Piazza (Palermo, 24 febbraio 1970) Si conoscono durante gli anni di studi alla Scuola Holden di Torino all’inizio degli anni novanta e da allora lavorano insieme.

Dopo un paio d’anni come script consultant alla Filmauro e Fandango e aver firmato le sceneggiature di Gli occhi dell’amore (2001) e Ogni volta che te ne vai (2004) nel 2010 firmano il loro primo lavoro registico, il cortometraggio Rita dai toni enigmatici e dolci, presentato in più di cento festival internazionali vincendo più di quaranta premi. Tre anni dopo è la volta di Salvo sulla solitudine del sicario mafioso. Presentato alla 66° edizione del Festival di Cannes, Grassadonia e Piazza conquistano il Critics Week Grand Prize e il France 4 Visionary Award. In Italia, fra i riconoscimenti ottenuti, anche il Nastro d’argento alla migliore fotografia, il Globo d’oro alla miglior attrice e 4 Nomination ai David di Donatello e ai Nastro d’argento.

È però con il loro secondo lavoro del 2015, Sicilian Ghost Story – prodotto da Indigo Film e Cristaldi Pics – che Grassadonia e Piazza salgono agli onori della cronaca. Liberamente ispirato al feroce omicidio di Giuseppe Di Matteo a San Giuseppe Jato dell’11 gennaio 1996, Sicilian Ghost Story ne ridisegna i contorni dandogli le forme di una storia d’amore di fantasmi tra magia e sogno. Alla 68° edizione del Festival di Cannes viene scelto per aprire la Settimana internazionale della critica: la prima volta per un film italiano nella storia della kermesse. Con la sceneggiatura del film, selezionata per il Sundance January Screenwriters Lab 2016, Antonio Piazza e Fabio Grassadonia vincono il Sundance Institute Global Filmmaking Award.

Inutile dirlo, per la critica internazionale è un capolavoro, un’opera di grande cinema. Come citato da Variety per cui gli andrebbe riservato «Un posto significativo sugli schermi internazionali del cinema d’autore. I due registi intrecciano in modo evocativo la ricchezza del racconto di fiabe con l’oscenità dell’azione mafiosa». A detta del The Hollywood Reporter secondo cui Sicilian Ghost Story è «Un superbo lavoro tecnico riesce a trasformare una crudele realtà in una fiaba con molte ramificazioni. Se Grassadonia e Piazza ci avessero semplicemente raccontato la storia, sarebbe stato comunque assai coinvolgente. Ma loro hanno approfondito e allargato il significato dis-velando il racconto in uno strano spazio filmico diviso tra crudele realtà e ghost fantasy».

Non da meno il New York Times per cui Sicilian Ghost Story è un’eccelsa «Commistione di naturale e soprannaturale, fantasy e attualità che riflette gli orrori di un rapimento di Mafia attraverso un prisma, quello del primo amore. […] Questo film meravigliosamente realizzato, crea un delicato e misterioso incantesimo, al tempo stesso mistico e raccapricciante». Sicilian Ghost Story è riuscito a fare proseliti anche in Italia dove il dop Luca Bigazzi vince il Nastro d’argento per la migliore fotografia, mentre Marco Dentici viene insignito di quello per la migliore scenografia. Si ripetono poi, nemmeno due anni dopo, ai David di Donatello 2018, dove Sicilian Ghost Story vince il David alla Miglior sceneggiatura non originale a fronte di quattro nomination (tra cui il David Giovani).

Con il “solo” Grassadonia che nel 2020 ha collaborato alla sceneggiatura della fiction Rai Gli orologi del diavolo non ci sono ancora novità circa un ritorno del duo dietro la macchina da presa. Quel che è certo però è che da Grassadonia e Piazza è lecito aspettarsi ancora una volta speranza e meraviglia filmica.