ALBERTO SORDI
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano. Fra i più importanti attori del cinema italiano con circa 200 film, è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.
Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l’Africano in un ruolo da generico soldato romano. Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente presentandosi con lo pseudonimo Albert Odisor), insieme a Mauro Zambuto, che prestava la voce a Stan Laurel. Come Sordi stesso ebbe a raccontare nel programma televisivo Laurel & Hardy – Due teste senza cervello, si presentò alle audizioni privo di esperienza specifica di doppiaggio e con poche aspettative di successo, considerata la concorrenza di professionisti affermati del settore; fu il direttore della MGM a ritenere il suo registro basso e il timbro di voce «caldo e pastoso» un connubio ideale per la notevole mole del personaggio (nonostante la voce di Hardy fosse in realtà nel registro tenorile); fu dunque scritturato senza indugi, debuttando nel ridoppiaggio della comica Sotto zero nel 1939, seguita dal lungometraggio I diavoli volanti nello stesso anno.
Nel cinema, per oltre dieci anni, interpretò ruoli minori in una ventina di film; di maggior rilievo fu la partecipazione in I 3 aquilotti di Mario Mattoli e ne L’innocente Casimiro di Carlo Campogalliani; ebbe anche l’occasione di lavorare con l’attore genovese Gilberto Govi e un giovane Walter Chiari nel ruolo di un impresario argentino nel film Che tempi!, versione cinematografica della commedia teatrale Pignasecca e Pignaverde di Emerico Valentinetti.
Tra il 1953 e il 1955 la popolarità di Sordi giunse sul grande schermo; dopo l’esiguo successo di pubblico di Lo sceicco bianco, diretto da Federico Fellini nel 1952, maggior riscontro ebbe il suo ruolo da non protagonista nel film I vitelloni, ancora diretto da Fellini l’anno successivo, e poi con alcuni di Steno: Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove prese forma il personaggio del giovane vigliacco, approfittatore, indolente e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli anni cinquanta. Il successo e il favore presso il grande pubblico iniziò, di fatto, interpretando il personaggio di Ferdinando Moriconi (detto Nando), un logorroico ragazzo romano ossessionato dal mito dell’America in Un giorno in pretura.
Con l’avvento della commedia all’italiana diede vita a una moltitudine di personaggi che la critica identificò come assimilabili all’italiano medio, spesso collaborando anche al soggetto e sceneggiatura dei film interpretati (190 in tutto, dei quali si ha certa la sua partecipazione a “soli” 146/147) e alle diciannove pellicole da lui dirette.
Vi sono nei personaggi di Sordi delle caratteristiche ricorrenti: tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili con i potenti, a cui cercano di mendicare qualche privilegio. Secondo alcuni proporre personaggi di questo tipo darebbe il “cattivo esempio”, porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati.
A partire da La grande guerra diretto da Mario Monicelli nel 1959 (nel quale interpreta un soldato indolente e imboscato, costretto suo malgrado a morire da eroe), si distinse come interprete versatile, calandosi anche in ruoli drammatici.
Tra le interpretazioni di rilievo di questo decennio sono da citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa di Luigi Comencini (1960), il vigile inflessibile costretto a capitolare davanti al potente di turno ne Il vigile di Luigi Zampa (1960), il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile di Dino Risi (1961), il piccolo imprenditore oberato dai debiti disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne Il boom di Vittorio De Sica (1963), il giovane medico disposto a qualsiasi compromesso per far carriera, fino a diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968) e Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue di Luciano Salce (1969), l’editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968).
Nel 1969 fu membro del VI Festival cinematografico internazionale di Mosca. Tra i personaggi degli anni ’70 vi sono il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971) (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l’Orso d’argento al Festival di Berlino) e il baraccato che una volta all’anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (impersonati da Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico di Luigi Comencini (1972), fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli (1977), ritenuto da parte della critica come il vertice delle sue capacità recitative.
Affrontò anche libere trasposizioni di Molière (Il malato immaginario del 1979 e L’avaro del 1990, entrambi diretti da Tonino Cervi) e Romanzo di un giovane povero, diretto nel 1995 da Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma. Detentore di cinque Nastri d’argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottenne nel 1995 il Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia.
Redazione, ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema
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